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In Spagna, disfatta Italia: per i Mondiali serviranno gli spareggi

MADRID. Altro che revival del 1982. Il ritorno dell'Italia al Santiago Bernabeu, questa volta contro la squadra di casa, ha avuto il sapore amaro di una disfatta che spinge gli azzurri verso i play off per Russia 2018. E' una sconfitta per 3-0 senza attenuanti, per la gioia di un pubblico che già al 43' del primo tempo ha fatto scattare gli 'olè' per sottolineare il dominio della Spagna sugli avversari.

Altro che conquista di un titolo mondiale, come accadde 35 anni nel 'coliseo madridista': questa volta gli azzurri, umiliati, dovranno rincorrere la qualificazione a Russia 2018 attraverso gli spareggi delle migliori seconde. A favorirli ci sarà il fatto che la Fifa, in base al ranking, li inserirà fra le teste di serie, a meno di tracolli nei restanti impegni con Israele, Macedonia e Albania.

Ma potrebbero trovare comunque rivali insidiosi, come Grecia, Slovacchia e Ucraina. Intanto però la sfida del Bernabeu contro la 'Roja' del falso 'nueve', con Isco a fare il match winner e Asensio a mostrare tutto il talento di cui è dotato, ha avuto il sapore di una bocciatura pesante. Il 4-2-4 del Ventura - del quale il ct non si e' pentito, nonostante le evidenti pecche - ha prodotto una sola occasione pericolosa nei primi 45', un colpo di testa di Belotti su cross di Darmian.

Per il resto c'è stata impotenza di fronte al sapiente fraseggio e alla disinvoltura degli spagnoli nel possesso palla, con un Iniesta superlativo nel distribuire il gioco. Come se non bastasse, Buffon ci ha messo del suo, visto che ha dato l'impressione di essere poco reattivo sulle gambe sulla punizione di Isco per l'1-0, e probabilmente anche sul raddoppio del madridista. In precedenza il talento del Real, osannato dal pubblico quasi quanto Piqué è stato fischiato, aveva realizzato l'1-0 con la perfetta esecuzione di una punizione dal limite dopo che Asensio, lanciato a rete, era stato atterrato da Bonucci.

Da brividi la standing ovation quando Isco è uscito all'89' per regalare spiccioli di partita al veterano David Villa, altri beniamino della tifoseria spagnola. Stessa storia, ovvero zero gioco dell'Italia (bloccato Verratti) nella ripresa, con le furie rosse tali di soprannome e di fatto, e Bonucci e soci a fare quasi da spettatori in campo, in preda forse al 'miedo escenico' che al Bernabeu è costato pesanti ko a tanti, e da oggi anche a quest'Italia del dopo Conte che secondo Ventura è stata rifondata.

Gli effetti di ciò qui non si sono visti, e dopo il 3-0 del subentrato Morata, al quale è anche stato annullata la rete del poker per un fuorigioco, l'unico lampo azzurro, si fa per dire, è stato un tiro a fuori di Insigne su cui De Gea si è esibito in una parata 'plastica' per il pubblico. Così undici anni dopo lo stop contro la Francia a Parigi, da freschi campioni del mondo, l'Italia incassa la prima sconfitta in un match di qualificazione europea o mondiale: il vero problema è che fa male il modo in cui è successo, pur tenendo conto del valore degli avversari.

Da quando hanno Lopetegui come commissario tecnico gli spagnoli non hanno mai perso: con questa 'toreada' a spese di una pessima Italia, è arrivato a 8 vittorie e 3 pareggi lo 'score' della gestione del post-Del Bosque, ed è una striscia positiva che promette di continuare, con o senza 'falso nueve'.

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