PALERMO. «Sulla disabilità gravissima la Lombardia spende 21 milioni di euro con una popolazione di 10 milioni di abitanti, l’Emilia Romagna, che è considerata il modello italiano più virtuoso, ha una spesa annuale di 28 milioni di euro per 1.400 persone con disabilità gravissima su 4 milioni 420mila abitanti: in pratica il 20% in meno della popolazione Sicilia. Con il bilancio provvisorio la Regione siciliana ha già stanziato 36 milioni di euro di fondi regionali più 13milioni del fondo nazionale». Lo dice il presidente della Regione Rosario Crocetta.
«Il governo regionale intende inoltre presentare in finanziaria un emendamento per impinguare tale fondo di almeno altri 10 milioni e inoltre, in generale, vuole prevedere per la disabilità una riserva di 24 milioni a favore degli enti locali, che possono destinare tali fondi solo all’assistenza alle persone con disabilità meno gravi - aggiunge Crocetta - Sulla base delle proiezioni per numero di abitanti e considerato il dato delle Emilia Romagna, teoricamente, i soggetti con disabilità gravissima non potrebbero superare le 1.700 unità, mentre in Sicilia sulla base della valutazione di distretti sociosanitari e Uvm, sarebbero 3.600».
Crocetta prosegue: «In Emilia abbiamo 3 soggetti con disabilità gravissima ogni 10 mila abitanti, in Sicilia 7 ogni 10 mila». «Non capisco dunque dove staremmo sbagliando, laddove prevediamo un modello di assistenza più avanzato rispetto alle regioni italiane considerate all’avanguardia - sostiene -. Nessuno ha la bacchetta magica, però siamo sulla strada giusta e vogliamo arrivare a un programma immediato e di lungo periodo, basato sulla libertà di scelta e sui programmi individuali di assistenza, che non possono essere comparati a quelli in atto nel resto d’Italia. Faremo di più, ma per essere giudicati vogliamo che tutti attendano la presentazione del programma. La nota che ci arriva dalla regione Emilia Romagna dice che ogni persona con disabilità gravissima percepisce un contributo che va dai 600 ai 1600 euro. Noi daremo molto di più. Tra qualche giorno presenteremo il piano alla commissione salute dell’Ars, così come prevede la norma che abbiamo adottato».
E «vorremmo farlo senza polemiche e senza pregiudizi, perché quando si parla dei circa 480milioni di euro dell’Emilia, non ci si riferisce alla disabilità gravissima, ma al fondo integrativo socio-assistenziale che prevede tutte le misure a favore dei soggetti con disabilità, sommando le risorse destinate dalle aziende sanitarie a quelle dei comuni e dei distretti sanitari».
"E se facciamo solo una comparazione, ai fondi già stanziati si aggiungono i 75milioni a carico delle Asp e destinati alle cure domiciliari per tali persone. Nelle more della definizione dei programmi individuali di assistenza e nelle more degli accertamenti da parte delle Asp dei dati forniti dai distretti sociosanitari - conclude - avvieremo misure immediate per consentire a ogni persona con disabilità gravissima di essere autosufficiente. Ribadisco, inoltre, che il progetto di riconversione lavoratori socialmente utili, non riguarda i disabili gravissimi e gravi, ma si riferisce all’assistenza nei confronti di anziani e persone con esigenze minori, in modo tale da liberare quelle risorse che attualmente i comuni destinato a tale finalità, per impegnarli in progetti rivolti alle persone con disabilità grave e gravissima».
«Siamo finalmente liberi. Grazie alla legge regionale pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 3 marzo 2017, finalmente la persona disabile sarà padrona della propria vita». E’ quanto scrive l’associazione 'Amici di Agrigento onlus' sul proprio profilo Fb a proposto della norma che istituisce il fondo per la disabilità con 36 milioni di euro.
«Un metodo che garantisce la libertà negata da troppi anni, per la persona disabile, questa decisione ha un valore inestimabile - si legge nel post - Il movimento 'Noi Liberì vuole ringraziare il presidente Crocetta non solo per l'istituzione del fondo regionale per la disabilità, ma soprattutto per avere concesso alla persona disabile la libertà di scegliere dove andare, con chi stare e da chi farsi assistere».
Del movimento 'Noi liberì fanno parte le associazioni 'Amici di Agrigentò, 'Nuove Alì, 'Senza Limitì, 'lottiamo Insiemè, 'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedentì, 'Crescere Insiemè, 'Asapè, 'Out-aut', 'Vitautismò, 'famiglie Persone Down'. «Chiedevano un assegno di cura, ossia un contributo economico che potesse permettere alla persona disabile di poter essere assistito presso il proprio domicilio, al fine di garantirne la permanenza - scrive il movimento - ma soprattutto consentire alla persona disabile la libertà di scegliere da chi farsi assistere. Arriva subito il sì da parte del presidente Crocetta comprendendo perfettamente le ragioni della richiesta. Tanti gli incontri, tanti i mesi passati, ma oggi arriva la bella notizia».
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