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Ci sono i corsi ma non gli allievi, nuovo caso nella Formazione

Il Ciapi di Priolo scopre casi di mancanza di iscritti per attività già finanziate e dalla Regione parte una verifica sull’anno che sta iniziando

PALERMO. Ci sono i corsi, faticosamente finanziati, non ci sono gli allievi. I primi ad accorgersene sono stati i vertici del Ciapi di Priolo ma ora alla Regione hanno deciso di accendere i riflettori ed è scattata una verifica su tutte le iscrizioni dell’anno formativo che sta per iniziare. Una miccia accesa che potrebbe fare esplodere un nuovo caso nel mondo della formazione professionale.
Il caso, come detto, è scoppiato al Ciapi di Priolo. L’ente di proprietà della Regione chiamato a svolgere i corsi in sostituzione delle strutture private incappate in indagini o irregolarità amministrative. Agli enti «tagliati» - una decina tra cui Ial, Ancol, Lumen Cefop, Enfap, Ecap Agrigento - la Regione ha tolto la patente per ottenere i fondi e svolgere le lezioni. I loro corsi dovevano essere completati dal Ciapi impiegando i docenti dei vecchi enti. E completando il percorso iniziato dagli allievi, visto che si tratta di corsi triennali interrotti dai provvedimenti sanzionatori.
«Eppure - ha calcolato Egidio Ortisi, presidente del Ciapi - su 312 corsi di cui dovevamo avviare il secondo o terzo anno, solo per un centinaio abbiamo trovato il numero minimo di alunni per partire. Eppure in quei corsi dovevano risultare migliaia di iscritti». Ortisi rivela anche che «abbiamo chiamato uno per uno tutti gli allievi che risultavano iscritti al primo anno. Ma pochi hanno confermato l’iscrizione ai successivi». Il risultato è che i corsi rimasti al palo costringono anche i docenti a restare a casa. E così dei 1.415 posti di lavoro ne sono rimasti realmente circa 500.

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