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La Cei: "Per Riina niente funerali pubblici in Chiesa"

Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale

ROMA. La Chiesa italiana alza la voce: nessun funerale pubblico per Totò Riina. E' "impensabile", dicono i vescovi per un criminale che si è macchiato di delitti per i quali, come ha detto Papa Francesco, "c'è la scomunica". "La Chiesa non si sostituisce al giudizio di Dio ma non possiamo confondere le coscienze", ha detto il portavoce della Conferenza Episcopale Italiana, don Ivan Maffeis.

Niente funerale in chiesa dunque, o comunque nessuna funzione aperta al pubblico. Al massimo una preghiera semplice al cimitero.

Monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, la diocesi nella quale si trova Corleone, la cittadina del boss morto questa notte, conferma: "Trattandosi di un pubblico peccatore non si potranno fare funerali pubblici. Ove i familiari lo chiedessero si valuterà di fare una preghiera privata al cimitero".

Ma non risulta comunque che ci sia, almeno al momento, un interesse della famiglia in questo senso. A Parma non è stata neanche chiesta una benedizione della salma di Riina, né al cappellano del carcere, frate Giovanni Mascarucci, né ai padri cappuccini che si occupano dei pazienti dell'ospedale dalla chiesa di San Francesco e neanche alla diocesi di Parma.

Nessun religioso inoltre sarebbe stato interpellato nelle ultime ore del boss di Corleone. Sembrano comunque definitivamente alle spalle episodi di connivenza tra Chiesa e mafia, che pure si erano verificati: padrini di battesimo scelti nelle cosche, processioni guidate da mafiosi, funerali in pompa magna come quello di due anni fa a Roma per Vittorio Casamonica.

"La posizione della Chiesa italiana è chiarissima. Di fronte a chi si è reso responsabile di tali crimini non è pensabile fare un funerale pubblico. E' un segno - spiega Maffeis a nome della Cei - che calpesterebbe la memoria delle vittime, di tutte le persone uccise, penso a Falcone, Borsellino, Livatino, ma anche i tanti preti uccisi, come don Puglisi, e comunque i magistrati, le forze dell'ordine, le tante persone che sono state assassinate. Un funerale pubblico - commenta don Maffeis - sarebbe un segno che va nella direzione opposta del compito della Chiesa, che è quello di educare la coscienza e contrastare la mentalità criminale".

Il portavoce della Cei ricorda anche tutta l'opera della Chiesa, con i giovani, per contrastare sul territorio la mentalità mafiosa, a partire da Libera. Ma funerali a parte, la Chiesa italiana chiede allo Stato di non abbassare la guardia: "Le cose non cambieranno solo perché è morto Riina - sottolinea monsignor Nunzio Galantino, segretario generale Cei -, cambieranno invece se tutti ci assumeremo le nostre responsabilità e chi è chiamato ad amministrare lo faccia tenendo presente la lealtà, la legalità e le istanze di tutti".

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