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Omicidio Noemi, le accuse del papà: "Ha fatto tutto il padre di Lucio"

SPECCHIA (LECCE). "Ha fatto tutto lui".

Umberto Durini non ha dubbi: a provocare la morte di sua figlia Noemi non è stato il fidanzato diciassettenne reo confesso ma suo padre, che provava nei confronti della ragazzina "un odio indescrivibile".

Con il passare dei giorni, quello che era il dramma di una sedicenne che ha avuto l'unica colpa di innamorarsi del ragazzo sbagliato diventa sempre più una faida tra famiglie. Intrisa di veleni e rancori. Dove Umberto trovi tutte queste certezze, non è dato sapere: le indagini dei carabinieri e della procura di Lecce non hanno ancora chiarito il ruolo del padre di Lucio, che resta indagato per sequestro di persona e occultamento di cadavere. Una serie di accertamenti sono in corso e qualche risposta potrebbe arrivare dall'autopsia sul corpo della ragazza, che si terrà martedì, e dall'esame delle macchie di sangue rinvenute sulla 500 con cui alle 5 del mattino del 3 settembre il ragazzo è andato a prendere Noemi. Allo stato, dunque, l'ipotesi più probabile resta quella che il ragazzo abbia confessato al padre quello che aveva fatto e questi lo abbia aiutato a far sparire il corpo di Noemi. O, quantomeno, a pulire l'auto dopo che il giovane si era liberato del cadavere della fidanzata.

Umberto Durini è convinto però che sia andata in tutt'altro modo e anche se non dice mai in maniera chiara che è stato il padre di Lucio ad uccidere sua figlia, la sua ricostruzione dei fatti è tutta in quella direzione. Tanto che di prima mattina si
è presentato davanti a casa della famiglia di Lucio ad Alessano urlando e cercando di entrare.

"Me l'ha uccisa, vieni fuori bastardo, vieni fuori" ha inveito più volte, prendendo a calci il cancello della casa del fidanzato, con i carabinieri che a fatica sono riusciti a fermarlo. Poi l'uomo si è calmato e si è sfogato con i cronisti. Noemi "era la ragazza più brava del mondo. Non era perfetta, ma era brava e onesta". Una sedicenne che una settimana prima di sparire sembrava aver trovato finalmente la pace, stando a quello che dice il padre.

"Stava finalmente bene, tornava a casa tutte le sere alle 20 e mi abbracciava. Era riuscita a lasciarlo, anche se lo amava e lo adorava". Ma era Lucio il problema? "No" risponde lui. E torna indietro nei mesi. "Lui con me era come un agnello. Quando l'hanno cacciato di casa, perché vedeva mia figlia, è venuto a dormire da me. Andava a dormire nelle baracche e io me lo sono portato a casa. Gli ho preso le medicine in farmacia, gli ho dato i vestiti e le sigarette. E lui si era calmato".

Video tratto da corriere.it

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