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Medici Senza Frontiere Italia: "Azioni legali contro chi ci diffama"

ROMA. "Porteremo avanti azioni legali contro chi ci diffama". Lo ha annunciato a "Radio Capital" Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere Italia dopo che Frontex ha inserito l'associazione umanitaria tra quelle "sospettate" per la loro attività di recupero dei migranti in mare.

Nel dossier di Frontex, di cui parla oggi il Corriere della Sera, su cui sta indagando il procuratore di Catania Zuccaro, si dice che nel 90% dei salvataggi eseguiti dalle navi delle Organizzazioni non governative nel 2017 le imbarcazioni coinvolte sono state individuate direttamente dalle Ong e soltanto in seguito è stata data comunicazione al centro operativo della Guardia costiera.

Inoltre, nella relazione si punta il dito, in particolare, su alcune navi 'private' che fanno capo a relative Ong: Sea Watch org, Medici senza frontiere, Jugendrettet org, Lifeboat project, Open arms, Moas.

"Una struttura come Frontex, che riceve finanziamenti enormi da parte dei 28 stati membri Ue ed è inefficace - dice il presidente di Msf De Filippi - è evidente che deve mettere sul banco degli imputati qualcun altro. Dire che abbiamo rapporti diretti coi trafficanti è un'accusa infamante".

"Noi non spegniamo i trasponder, - continua - in oltre il 70% dei casi il sistema di coordinamento di Roma ci dice dove andare avvisandoci del naufragio. In altri casi abbiamo avvistato noi i migranti dalle nostre navi e poi abbiamo avvisato il rescue center di Roma che ci ha detto che fare". "Non è possibile che si dica che i migranti arrivano da noi perché ci sono le Ong", conclude De Filippi.

"Frontex non ha mai accusato le organizzazioni non governative di collusione" con i trafficanti. Così la portavoce di Frontex Izabella Cooper. "La nostra agenzia non ha il mandato per condurre inchieste. Queste possono essere portate avanti solo dagli organismi giudiziari dei singoli Stati", afferma la portavoce, spiegando che il ruolo dell'agenzia è quello di "offrire assistenza tecnica ai Paesi" con i mezzi a disposizione, e "raccogliere informazioni sui trafficanti di esseri umani".

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