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M5S, la Raggi a Palermo: "Abbiamo preso Roma, poi tocca alla Sicilia e all'Italia" - Video

PALERMO. Il popolo 5 Stelle "perdona" Virginia Raggi, la accoglie in seno al Movimento, la protegge dagli attacchi della "stampa corrotta". Il Raggi Day va scena a Palermo, nel giorno di chiusura della terza festa nazionale 'grillina', il raduno voluto a suo tempo da Gianroberto Casaleggio proprio per far incontrare le mille realtà del Movimento. E la sindaca di Roma si prende la piazza e suona la carica.

"Ci dipingono come un a squadra di persone divise, ma non è vero. Noi siamo più uniti che mai" tuona la sindaca che si difende: "Ci attaccano per ogni cosa e la cosa vergognosa è che è proprio il premier ad attaccarci, Renzi che non ha rottamato nessuno". Poi offre al pubblico rimasto ad ascoltarla nonostante il temporale che nel pomeriggio si abbatte al Foro Italico di Palermo la sua spiegazione: "Noi facciamo paura perché abbiamo le mani libere, perché non dobbiamo dire di sì a nessuno se non ai cittadini". Che non delude.

Dal palco che le è stato completamente affidato a dispetto delle polemiche sulle scalette per tutti gli altri portavoce, la sindaca di Roma chiama addirittura alla riscossa: "Abbiamo preso Roma, adesso tocca a Palermo, poi tocca alla Sicilia e poi toccherà all'Italia. Il futuro è nelle nostri mani e le nostre mani sono libere!". Soprattutto avverte: "Io non mollo". L'incontro con Beppe Grillo che ha preceduto il suo arrivo alla kermesse è andato bene e quando lascia il Foro Italico se ne va ballando. E lei ringrazia per la fiducia che le stata accordata.

"Dobbiamo ringraziare Beppe e Gianroberto" e "dobbiamo ringraziare tutte le persone che quotidianamente ci sostengono, tutti i miei consiglieri, tutti gli assessori". E ringrazia il popolo 5 Stelle, che la accoglie "anche in questo momento in cui tutti vogliono metterci il bastone tra le ruote". I

l messaggio arriva chiaro e qualcuno ne approfitta per prendere di mira la stampa. Spintoni, insulti, attacchi vengono indirizzati verso i cronisti che la seguono. L'atmosfera è tesa, la ressa è la solita del circo mediatico, ed è corto circuito. Più tardi la sindaca si scusa con i cronisti, dal Movimento arriva un comunicato del gruppo dei parlamentari in cui si prendono le distanze dagli "episodi di aggressione", lontani dal "Dna del M5s", e dovuto ad un "clima probabilmente fomentato da scelte editoriali prese ai piani alti".

Ma l'episodio, non insolito in occasione dei raduni pentastellati, diventa un caso quando, per presentare Julian Assange, Beppe Grillo rincara la dose. "I nostri giornalisti fanno articoli meravigliosi sulla Raggi che ha i peli sulle gambe! Questo è il giornalismo medio di oggi!". Concetto condiviso dal fondatore di wikileaks che accusa la stampa corrotta, sulla quale pende l'orrendo peso di vittime della guerra. Un caso che solleva la solidarietà di partiti e del sindacato dei giornalisti. Intanto sul Foro Italico va in scena la rivoluzione annunciata ieri da Beppe Grillo. In Tv appaiono Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista e provano a smorzare l'animo dei delusi: "Questa logica che io e Di Maio dovremmo essere la futura classe dirigente è una falsità". Ma in pochi ci credono.

immagini di Marcella Chirchio

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