ROMA. Scoperto l'elemento chiave che potrà permettere di capire se un'eruzione solare, uno degli eventi più temuti dell'astrofisica perchè potenzialmente pericoloso per la Terra e le missioni spaziali, avrà luogo veramente creando possibili problemi o finirà invece in un semplice 'falso allarme'.
A riuscirci i ricercatori del dipartimento Usa dell'Energia del Laboratorio di fisica del plasma di Princeton, coordinati da Clayton Myers, come annunciano sulla rivista Nature.
Le eruzioni solari, massicce esplosioni che scagliano nello spazio una nube di particelle solari, possono essere mortali per gli astronauti impegnati nelle missioni spaziali e dannose per la Terra, perchè creano tempeste geomagnetiche che interrompono i servizi dei telefoni cellulari, danneggiano i satelliti e la rete elettrica.
Per la Nasa è dunque molto importante sapere quando è in arrivo un'eruzione e quando quella che sembra l'inizio di un'esplosione è in realtà un falso allarme.
La scoperta dei ricercatori americani sarà di grande aiuto, poichè hanno identificato un meccanismo che permette di capire la portata delle eruzioni prima che 'lascinò il Sole, distinguendo tra l'inizio di esplosioni e accumuli che non portano a niente.
Le eruzioni violente hanno origine da un improvviso rilascio di energia magnetica immagazzinato sulla corona solare, il suo strato più esterno. Un'energia che si trova spesso in quelle che sono chiamate corde di flusso magnetico, cioè gruppi di linee di campi magnetici che si sviluppano sulla superficie del Sole e si attorcigliano. Strutture molto instabili, che possono esplodere nel sistema solare o collassare nel Sole. I ricercatori, con alcuni esperimenti in laboratorio, hanno scoperto che questi 'collassi' si verificano quando il campo magnetico guida - una forza che scorre vicino alle corde di flusso magnetico - è forte abbastanza da evitare che la corda si attorcigli e destabilizzi. In queste condizioni, il campo guida interagisce con le correnti elettriche nelle corde di flusso producendo una forza che ferma le eruzioni.
In altre parole, «la presenza di un campo guida indica una ridotta probabilità di eruzione», commenta Myers.
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