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WASHINGTON. Barack Obama non aveva certezze quando Matteo Renzi è andato alla Casa Bianca. E per questo non lo ha informato della morte di Giovanni Lo Porto a causa di un drone americano. Se avesse avuto tutte le informazioni - assicura all'ANSA la Casa Bianca - «il presidente avrebbe sicuramente informato Renzi quando era a Washington». «Ci sono molti passaggi relativi alla raccolta di tutti i fatti necessari, nel condurre le analisi e nei preparativi per informare. Questi passaggi - afferma il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Edward Price - non erano stati completati al momento della visita di Renzi. Se il processo fosse stato portato a termine, il presidente Obama avrebbe certamente informato Renzi quando era a Washington».
Le parole della casa Bianca rispecchiano quelle dello stesso Renzi che, in un intervento televisivo, aveva difeso la «correttezza» degli americani. «Ce l'hanno detto quando c'era la certezza di quanto accaduto, sono stati corretti», aveva detto il premier. La precisazione di Washington arriva mentre la famiglia di Lo Porto chiede spiegazioni, chiede chiarezza e una bara su cui piangere. «Qualcuno dovrà darci delle spiegazioni, gli Stati Uniti hanno sbagliato ma non se ne possono uscire con delle scuse» afferma Giuseppe Lo Porto, il fratello del cooperante ucciso.
«Qualcosa sarà andato male, di certo» aggiunge. «Se Obama, il presidente della potenza mondiale per eccellenza, ha chiesto scusa, qualcosa sarà andato storto» incalza Giuseppe, chiedendo la restituzione del corpo del fratello Giovanni. «Sono passati tre mesi dal raid americano, non so come sarà il corpo di mio fratello, se esista ancora. Qualsiasi cosa sia rimasta, anche un occhio, noi ne chiediamo la restituzione». Le polemiche per l'uccisione di Lo Porto e dell'americano Warren Weinstein proseguono anche negli Stati Uniti, con critiche alla Casa Bianca e ad un programma, quello sui droni, poco trasparente. Con i droni la leadership di al Qaida è stata decimata, ma molti civili hanno perso la vita mostrando a Obama, soprattutto nelle ultime ore, come una 'guerra perfettà o quasi non esiste. Il presidente appare così sempre più a un bivio: vincitore del premio Nobel per la pace è allo stesso tempo il Commander-in-Chief degli Stati Uniti con la responsabilità di difendere il paese. Un doppio ruolo che lo mette in difficoltà e che sembrava di poter gestire 'limitandò almeno le perdite con i droni. I successi ottenuti con la campagna di attacchi mirati hanno forse instillato un'eccessiva e falsa fiducia nella tecnologia e nella precisione in guerra.
1 Commento
Giuseppe Ferro
27/04/2015 12:50
C'è da...! La buonanima dei miei maestri insegnavano che il Parlamento italiano era formato dagli eletti che rappresentavano il Popolo italiano. È noi alunni immaginavo cosa grande, grande. Oggi, invece una realtà quasi del tutto contraria tanto che, come è successo, quasi tutti assenti nel ricordare il cittadino italiano assassinato quando era messaggero di pace, di fratellanza, pronto ad aiutare, a servire chi è lasciato solo, chi non è considerato, chi non ha soldi e potere comprare il pseudo fare di qualche uomo. Che vergogna! Quanto lavoro c'è da fare. Rimbocchiamoci le maniche e ognuno viva ad esser pronto, così come fece ed insegna ancora il nostro Salvatore Gesù Cristo, a lavare i piedi agli altri. Così potremo, almeno, pensare e fare non più guerra, non più il male ma, fare il bene, vivere l'amore che Dio di continuo ci dona.
gino
27/04/2015 14:12
Vede Sig.Giuseppe fare del bene vuol dire farlo nei confronti di chiunque e senza distinzione alcuna . In Italia purtroppo esistono migliaia di diseredati barboni nullatenenti senza casa senza lavoro senza famiglia persone che hanno perso tutto che dormono nelle stazioni o sotto i ponti che rovistano nei cassonetti che quando va bene fanno la fila alla caritas per rimediare qualcosa da mangiare, per una doccia o per qualche indumento pulito,ma ci sono anche migliaia di poveri pensionati al minimo che per arrivare a fine mese mangiano pane e latte e rinunciano a tutto persino alle medicine. Mi creda c'è tanto da fare in Italia moltissimi nostri concittadini a cui manca praticamente tutto hanno bisogno di noi. Fare del bene a loro alleviare le loro sofferenze con il nostro lavoro e la nostra generosità non è meno nobile che farlo all'estero.