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Confcommercio: il 48% delle imprese italiane in capacità finanziaria critica

Ad incidere fortemente su questo dato sono in particolare le regioni del Mezzogiorno, una costante dell'ultimo periodo storico che accentua la distanza già esistente rispetto al resto della Penisola

ROMA. Un'impresa del terziario su due (il 48%) ha difficoltà nel riuscire a fare fronte ai propri impegni finanziari, a pagare i propri fornitori, le tratte in banca, a fare fronte agli oneri contributivi e fiscali e così via. Lo evidenzia una ricerca di Confcommercio sul secondo trimestre del 2014, parlando di una capacità finanziaria che "resta critica".

Ad incidere fortemente su questo dato sono in particolare le regioni del Mezzogiorno, una costante dell'ultimo periodo storico che tende ad accentuare, mese dopo mese, la distanza già esistente rispetto al resto della Penisola: nello specifico, significativo è il dato che si registra in Calabria e in Sardegna dove la quota di imprese che non sono riuscite a fronteggiare il proprio fabbisogno finanziario supera il 54%.

Di contro, si collocano tutte sotto la media nazionale le regioni del Nord con in testa il Friuli Venezia Giulia dove solo il 26,7% delle imprese è risultata in difficoltà. Resta inoltre ancora bassa la percentuale di imprese del commercio, del turismo e dei servizi che nel secondo trimestre 2014 si sono recate in banca per chiedere il credito del quale avevano bisogno: il 15,9% contro il 14,6% del primo trimestre. Di queste, solo il 26,7% si sono viste accogliere le richieste di fido portando così la percentuale di imprese effettivamente finanziate a poco più del 4%.

A livello territoriale ancora una volta emerge in tutta evidenza la "forbice" che distanzia il Nord dal Sud del paese: la media della domanda di credito nelle regioni meridionali si aggira attorno all'11%, oltre 6 punti in meno rispetto al Nord-Ovest; la percentuale di imprese che si sono viste accogliere la richiesta di fido è in tutte le regioni del Nord superiore alla media nazionale (con punte intorno al 40% in Lombardia, Trentino e Friuli Venezia Giulia) mentre al Sud la media non arriva al 15%.

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