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Giorgio Cappello: «Quasi 500 aziende fallite in Sicilia nell’ultimo quadrimestre»

Il presidente del Comitato regionale della Piccola industria: «Chi produce ricchezza nell’Isola oggi sono le piccole e medie imprese»

«Dalla politica alla società civile, ai lavoratori, ai sindacati: tutti devono capire che oggi la piccola e media impresa è l’unico motore per la ripresa, l’ ultima spiaggia per l’economia dell’Isola». Giorgio Cappello, presidente del Comitato regionale della Piccola industria di Confindustria Sicilia, traccia il quadro attuale e gli scenari futuri per le piccole e medie imprese siciliane, anche alla luce dell’attuale quadro politico regionale.

Qual è oggi la situazione per queste aziende?

«In Sicilia ci sono 300 mila imprese piccole e medie dimensioni, che rappresentano un milione di posti di lavoro. Chi produce ricchezza oggi sono queste aziende. Chi genera il vero gettito fiscale sono queste realtà, non i disoccupati, i precari, i forestali ai quali, per carità, va il massimo rispetto e ai quali va riconosciuta la dignità del reddito. Le piccole e medie imprese siciliane non sono solo quelle manifatturiere, sono anche gli artigiani, le aziende di servizi, il commercio, le imprese agricole. La crisi oggi c’è ed è forte: in Italia nel primo semestre di quest’anno sono fallite oltre 8 mila aziende, in Sicilia solo nel secondo quadrimestre sono state 497 le imprese che hanno consegnato i libri contabili. Eppure, a ricchezza oggi è prodotta dalle piccole e medie imprese, che si devono confrontare con i mercati e con la concorrenza straniera, in un’economia sempre più globalizzata».

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