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Tasi, maxi stangata a Palermo

PALERMO. Comuni siciliani pronti alla stangata. Ogni sindaco sta fissando in queste ore le aliquote per il pagamento della Tasi, l’imposta sui servizi che ha sostituito l’Imu. E l’Anci segnala che «a causa dei mancati trasferimento di Stato e Regione i primi cittadini sono stati costretti a fissare aliquote massime». Il rischio è di pagare, in alcuni casi, perfino di più di quanto si pagava per l’Imu.
Il termine per fissare le aliquote scadrà oggi. Nei Comuni che lo rispetteranno sarà possibile pagare l’imposta in due rate, il 16 ottobre e il 16 dicembre, altrimenti arriverà la stangata unica a fine anno.
L’indicazione dello Stato è di fissare l’aliquota della Tasi fra l’1 e il 2,5 per mille (valore che si rapporta alla rendita catastale della prima casa). In Sicilia quasi tutti i capoluoghi hanno scelto il 2,5 per mille (aliquota che si rapporta alla rednita catastale). Solo Siracusa si è fermata al 2,3.

PALERMO.
Il consiglio comunale di Palermo ha approvato stamane l'aliquota Tasi sulla prima casa che è stata fissata al 2,89 per mille sul valore catastale. La tassa andrà pagata entro il 16 ottobre.
Gli esponenti di Idv Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti (Italia dei Valori e Pd hanno votato contro), si dicono "amareggiati per il comportamento in aula della maggioranza, che pur di portare a casa il bottino da 16 milioni di euro si è alleata con le forze che negli anni scorsi hanno sostenuto la giunta Cammarata". "I nostri sforzi di evitare la tassazione che grava mediamente per circa 150 euro a famiglia, o comunque di ridurla al minimo, è stata contrastata da questo asse anomalo - concludono - e ormai consolidato tra centrodestra e Mov139. L'unica cosa che rende meno amaro questo atto sono le detrazioni previste che riprendono in buona parte le nostre proposte".

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