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Manovra, Crocetta domani a Roma: trattativa per utilizzare 300 milioni

PALERMO. Rosario Crocetta incontrerà nel primo pomeriggio i sindacati autonomi e confederali per illustrare i rischi nati dall’impugnativa della Finanziaria da parte del Commissario dello Stato. Ieri il presidente ha stimato in 26 mila i posti a rischio perché, se nel caso dei dipendenti regionali c’è solo un ritardo nel  pagamento degli stipendi, si registra invece l’impossibilità di finanziare un lungo elenco di enti.
A rischio anche i finanziamenti alle aree di sviluppo industriale e questo, secondo Crocetta potrebbe penalizzare l’attività di 2.400 imprese in cui sono impiegati altre 21 mila persone. Per questo motivo stamani tutte le associazioni di categoria delle imprese hanno rivolto un appello a Letta e Napolitano per aiutare le Regione a uscire dalla crisi. Per Agci, Casartigiani, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confesercenti, Confcooperative, Confindustria e Lgacoop  c’è il rischio che vengano fatte scappare le aziende già operanti nell’isola e bloccati gli investimenti futuri.
Domani Crocetta sarà a Roma dove incontrerà i ministri dell’Economia e degli Affari regionali, Fabrizio Saccomanni e Graziano Del Rio. Al vertice sarà assente Letta per impegni istituzionali ma dovrebbe esserci il vicepremier Alfano. Crocetta ha fatto appello a Pd, Udc e Nuovo Centrodestra per creare a Roma le condizioni politiche che permettano di dare un aiuto alla Regione.Un aiuto che dovrà passare necessariamente da una rateizzazione  – in almeno 15 anni – della copertura del buco da 3 miliardi che nascerà quando la Regione sarà costretta a cancellare dal bilancio entrate inesigibili. E’ il fenomeno
dei cosiddetti residui attivi, che sta alla base delle contestazioni del Commissario dello Stato. Se non verrà risolto questo problema, qualunque altra somma la Regione individuerà verrà dirottata alla copertura di questo buco e dunque sarà impossibile anche portare all’Ars una nuova Finanziaria. Ma l’assessore Luca Bianchi sta già trattando per un intervento legislativo dello Stato, che permetterebbe di utilizzare almeno 300 dei 570 milioni rimasti bloccati a causa dell’impugnativa. Se così sarà ripartirà la spesa della Regione ma sarà necessaria una cura dimagrante per molti enti che vedranno comunque una riduzione ai loro finanziamenti.  Da qui il rischio di dover ricorrere a contratti ridotti o licenziamenti.

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