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False fatture all'Asp di Palermo? Diciassette dipendenti indagati

Le denunce del manager, Salvatore Cirignotta, poco convinto da alcuni atti degli uffici amministrativi, hanno portato all'inchiesta. Le ipotesi sono di falso e truffa, ma non è escluso che venga fuori altro

PALERMO. Le fatture non coincidono con quanto stabilito dalle delibere: in alcuni casi, addirittura, nemmeno ci sono, le delibere, e le spese vengono affrontate lo stesso. Diciassette indagati, all’Asp 6, l’azienda sanitaria provinciale che ha sede in via Pindemonte, così come riferisce il Giornale di Sicilia oggi in edicola.
Le denunce del manager, Salvatore Cirignotta, poco convinto da una serie di atti emessi dagli uffici amministrativi, hanno portato all’apertura di un’inchiesta a vasto raggio. Con l’acquisizione di una montagna di carte da parte dei carabinieri del Nas. Documenti che ora sono al vaglio del Nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di Finanza, chiamato a leggere tra le carte e a distinguere quelli che magari potrebbero essere persino solo banali e sfortunati errori e quelli che sono casi sospetti.
L’inchiesta è a carico di dirigenti e impiegati amministrativi e vede per adesso formulate le ipotesi di falso e truffa, ma non è escluso che venga fuori altro: il pm Agnello, i finanzieri e il Nas sospettano che possa esserci un sistema collaudato, fatto di piccoli e grandi favori ai fornitori dell’Asp. Giro di favori che potrebbe essere legato a un giro di denaro. Uno dei casi apparso finora tra i più singolari è quello che ha visto la spesa di oltre diecimila euro per il trasloco di alcuni scatoloni contenenti materiale cartaceo da un ufficio all’altro. Un errore nei dati inseriti in fattura o c’è sotto qualcosa di illecito?
Gli accertamenti sono scaturiti proprio dalle segnalazioni di Cirignotta, in sella da esattamente due anni nell’Asp più grande d’Italia, che controlla uffici, amministrazioni, enti ospedalieri, migliaia tra funzionari, impiegati, dirigenti, medici e personale sanitario. Il direttore generale, la cui nomina fu fortemente voluta dall’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, per rimettere ordine nei conti dell’azienda, è magistrato come Russo. Tra le prime cose che fece ci fu l’esame delle carte e dei documenti di spesa: un gruppo di funzionari di sua estrema fiducia esaminò i conti e notò le anomalie. Un vero e proprio campionario di sprechi e presumibilmente pure di illegalità: fatture pagate senza che ci fossero le delibere, delibere che prevedevano spese non fatturate o non corrispondenti a quanto scritto nelle fatture. Discrepanze nelle somme tra i documenti contabili e gli atti amministrativi. Un numero rilevante di casi, troppi per essere solo frutto di trascuratezza (che con ogni probabilità c’è pure).
Cirignotta decise di segnalare immediatamente quel che veniva trovato, inviando gli atti alla Procura. La prima scrematura ha confermato i sospetti, tanto che sono state iscritte le 17 persone oggi indagate: i carabinieri del Nas hanno seguito la fase iniziale, quella del controllo a tappeto e della segnalazione delle fatture anomale; ora la delega per leggere e analizzare le carte è stata assegnata alla polizia tributaria, esperta in questo tipo di indagini. Una serie di esposti, quasi tutti anonimi, sono stati inviati alla Procura, da quando l’inchiesta è partita: vengono segnalati illeciti e irregolarità di ogni tipo. Come se qualcuno avesse aspettato l’arrivo dei magistrati per cercare di fare pulizia, ma anche per regolare qualche conto.

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