Diciassette medaglie in otto sport, due medaglie d’oro, tredicesimo posto nel medagliere complessivo vinto dalla Norvegia, alcune "prime" di sempre per lo sport italiano. La spedizione dell’Italia Team con i suoi 119 atleti secondo il presidente del Coni, Giovanni Malagò è «stata da record». Pechino 2022 è la seconda miglior edizione per lo sport italiano ai Giochi della neve e del ghiaccio per il numero delle medaglie vinte. Il primato assoluto spetta a Lillehammer '94 ma 28 anni fa anche il mondo dello sport era diverso, meno Nazioni partecipanti e con le ex Repubbliche sovietiche non ancora strutturate come adesso, meno atleti e meno discipline sportive. L’Italia sulle nevi e sulle piste cinesi ha regalato belle soddisfazioni ma anche qualche delusione, la più grande dallo sci alpino maschile.
SCI ALPINO FEMMINILE: il bottino è di quattro medaglie. C'è chi se ne aspettava di più ma a Giochi conclusi il medagliere al femminile parla di un argento, quello di Federica Brignone nello slalom gigante a confermarsi, e migliorarsi, sul podio olimpico dopo quattro anni, di un bronzo sempre della Brignone in combinata, prima azzurra della storia a centrare una medaglia in questa disciplina, di uno stupendo argento di Sofia Goggia nella discesa libera a 23 giorni dall’infortunio alla gamba a Cortina d’Ampezzo davanti ad una sorprendente Nadia Delago, bronzo.
SCI ALPINO MASCHILE: ha riservato solo delusioni. Dominik Paris non è riuscito a sprigionare i suoi cavalli sulle severe e brulle montagne cinesi. Debacle assoluta per Christof Innerhofer: al suo posto sarebbe stato forse meglio schierare un giovane in chiave Milano Cortina 2026. Tra i pali stretti Alex Vinatzer ha confermato la sua incostanza. Per il resto molto poco, per non dire nulla e i giovani stentano ad arrivare.
SCI NORDICO: da anni il settore è in profonda crisi. C'è l’eccezione che si chiama Federico Pellegrino ma lui è specialista della sprint e da Pechino torna a casa con un argento indivuduale. Nel prossimo quadriennio c'è molto da lavorare ma manca la materia prima: i giovani capaci di primeggiare a livello internazionale.
BIATHLON: date le premesse, il bronzo nella sprint di Dorothea Wierer è decisamente poco. La medaglia per Doro è sicuramente un riconoscimento di una stupenda carriera che sta volgendo al termine ma dalla stessa 'miss biathlon' qualcosa in più ci si aspettava. Wierer e Lukas Hofer stavano facendo sognare nell’inseguimento ma poi sono rimasti 'congelatì nella gelida notte cinese.
SALTO E COMBINATA NORDICA: l’Italia non ha mai avuto particolare tradizione ma il settore è in difficoltà, servono fondisti ma che allo stesso tempo sappiano spiccare il volo. Il futuro azzurro è, però, donna.
SLITTINO: il bronzo di Dominik Fischnaller raddrizza il medagliere di una disciplina che storicamente ha dato soddisfazioni allo sport azzurro, da Paul Hildgartner ad Armin Zoeggeler. Fischnaller con le Olimpiadi aveva un conto in sospeso dopo il quarto posto del 2018 a due millesimi dal bronzo. La sua positività al coronavirus ha escluso l’Italia da una possibile lotta per il bronzo nel team event. BOB: c'erano una volta Eugenio Monti e Guenther Huber. Purtroppo in Italia si è investito poco sui bolidi, mancano piloti ma soprattutto impianti. Come noto, sul territorio nazionale non ci sono piste per slittino e bob e gli allenamenti all’esterno hanno un notevole costo.
SKELETON: tutti attendevano Valentina Margaglio esplosa solo in questa stagione: è rimasta lontana dal podiuo per qualche errore di troppo ma il futuro non può che essere suo.
SNOWBOARD: è un settore che non tradisce mai. Anzi, questa volta ha consacrato Omar Visintin, bronzo individuale nello snowboardcross e argento assieme a Michela Moioli nella mixed. Moioli, alfiere, ha ceduto l’oro a cinque cerchi mentre l’eterno Roland Fischnaller alla sesta partecipazione olimpica è rimasto ancora una volta a secco di medaglie.
FREESTYLE: il futuro si chiama Emiliano Lauzi, quinto nello slopestyle freesnow. Il freestyle ha bisogno di funamboli ed in chiave Milano Cortina serve ricercarli tra i giovani.
PATTINAGGIO VELOCITA': la pista lunga ha una nuova stella, Francesca Lollobrigida. La pronipote dell’attrice Gina, da Pechino 2022 torna con due medaglie, il meraviglioso argento nei 3000 ed il bronzo nella sua mass start per due medaglie dal valore storico per lo sport italiano. Infatti, mai un’azzurra aveva conquistato una medaglia a cinque cerchi. Il bronzo di Davide Ghiotto nei massacranti 10.000 metri è stata sicuramente una gradita conferma di un movimento che, comunque, conta su numero di praticanti molto bassi.
SHORT TRACK: tre delle quattro medaglie hanno lo zampino di Arianna Fontana. 'Ary' o la 'freccia biondà di Berbenno si è confermata dea dei 500 metri, è caduta nei 1000 metri ma poi ha conquistato l’argento nei 1500 e contribuito alla conquista dell’argento della staffetta mista. Pietro Sighel è il nome del futuro: sua la volata che ha portato il bronzo alla staffetta maschile.
PATTINAGGIO FIGURA: la medaglia, si sapeva, era molto difficile da conquistare ma Daniel Grassl ha stupito tutti. Il settimo posto nella gara maschile è piazzamento di assoluto spessore sul quale c'è ancora molto da perfezionare. Il movimento, però, ha bisogno di rinnovamento, nelle coppie: Della Monica-Guarise sono sulla via del tramonto, Guignard-Fabbri non hanno fatto exploit nella danza sempre soggetta al giudizio umano, mentre in campo femminile urge trovare una piccola erede di Carolina Kostner.
CURLING: l’oro nel doppio misto di Stefania Constantini ed Amos Mosaner riassume precisione, armonia e feeling incredibile in uno sport che in Italia è quasi inesistente: 400 praticanti e solo tre impianti. In vista di Milano Cortina 2026 è uno sport sul quale investire perchè potrà regalare belle soddisfazioni.
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