Da Fabio Aru a Matteo Trentin, fino a Elia Viviani, la 73/a edizione della Vuelta a Espana non manca di italiani - sono venti in tutto - in grado di dire la loro, puntando a qualche successo di tappa e magari anche al bersaglio grosso. Vincenzo Nibali, reduce dal grave infortunio al Tour de France, è al via con minime attese - il suo obiettivo è fare 'gambà per il Mondiale di Innsbruck -, ma durante la lunga corsa a tappe che comincia sabato da Malaga con un cronoprologo di otto chilometri lo Squalo potrebbe ritrovare forma e fame di vittoria. Il terzo grande giro della stagione che si concluderà il 16 settembre, a due settimane dal Mondiale, propone comunque un percorso molto duro, particolarmente adatto agli scalatori.
Il parco dei favoriti d’obbligo, assenti le punte di diamante del Team Sky Chris Froome e feraint Thomas, non è molto ampio e comprende soprattutto il capitano della Bmc, Simon Yates, e il collega della Mitchelton-Scott, Richie Porte. Visto il tracciato - in 3271 chilometri di percorso, sono ben nove gli arrivi in salita e 46 i Gran premi della montagna - vanno inclusi nel lotto anche gli scalatori colombiani, da Nairo Quintana a Miguel Angel Lopez fino a Rigoberto Uran. La Spagna punta ancora su Alejando Valverde, vincitore del 2009.
La bravura in salita però non basta, perchè il percorso comprende anche due crono che possono lasciare il segno, quella della prima tappa ed un’altra di 32 chilometri. In una situazione simile c'è spazio per Aru, che non è dato tra i favoriti dopo una stagione finora piuttosto in ombra ma potrebbe ritrovare in Spagna, dove ha vinto nel 2015, il passo giusto. Quanto a Nibali, tutti si aspettano di seguirne la crescita, fino a dove non è dato sapere, mentre un sicuro protagonista dei finali in volata sarà Viviani, che intende arricchire il suo invidiabile palmares stagionale, già arrivato a 15 vittorie.
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