NEW YORK. Il fighter irlandese Conor McGregor si è consegnato alla polizia di New York dopo una notte di ordinaria follia che lo ha visto protagonista di un assalto a dei mini bus che, dopo una conferenza stampa al Barclays Center organizzata dalla Ufc, trasportava altri lottatori. Ad incastrare McGregor delle telecamere presenti sul posto che lo ritraggono nel mentre lancia dei bidoni contro i bus: l’assalto ha causato delle lesioni al volto a Michael Chiesa, un suo collega, e ad un’altra persona e molti danni. Al fighter irlandese, che non combatte dal novembre del 2016, era stato tolto il titolo dei pesi leggeri, rimasto vacante e per il quale avrebbero dovuti sfidarsi Khabib Nurmagomedov e Max Holloway. Una decisione, questa, che ha scatenato l’ira dell’atleta e di un gruppo di suoi connazionali che, entrati in una zona riservata probabilmente con l’aiuto di qualche accreditato, hanno scatenato la loro follia sui mezzi di trasporto della Ufc, la sigla che gestisce le arti marziali miste. "È la situazione peggiore e più disgustosa mai accaduta nella storia della UFC - ha detto il presidente Ufc, Dana White - Conor e altre 20 persone sono andate direttamente dove c'erano i lottatori e hanno iniziato ad attaccare i bus gettando bidoni della spazzatura sui finestrini". Per quanto riguarda lo stato fisico e mentale di McGregor, White ha detto di non avere abbastanza informazioni per dare un giudizio: "Non so se fosse drogato o quale fosse il suo problema, ma se vieni e agisci in questo modo... Stiamo parlando di una persona che ha appena avuto un bambino, non è certo così che dovrebbe comportarsi chi ha un neonato a casa".