MILANO. E’ un festival degli errori che si conclude senza vincitori il big match fra Inter e Napoli. Come all’andata finisce 0-0, un risultato scomodo per entrambe le squadre. Quella di Spalletti ha il merito di tenere a secco gli azzurri per la prima volta da tre mesi, ma alla fine non approfitta del mezzo passo falso della Lazio, resta quinta a un punto dalla zona Champions e a +4 sul Milan, che incalza in attesa del recupero del derby. Ancora più pesante sono i punti persi nella corsa scudetto da Sarri, che mercoledì rischia di vedere scappare a +4 la Juventus nel recupero con l’Atalanta. La sconfitta di sabato scorso con la Roma può aver lasciato scorie nel Napoli, che non riesce a reagire come promesso nel confronto con gli ultrà e come si aspettavano i quasi diecimila tifosi azzurri a San Siro. Due tiri in porta sono troppo poco per le abitudini di Hamsik e compagni, dilaganti nel possesso palla ma alla fine meno pericolosi dell’Inter, che costruisce meno ma colpisce un palo con Skriniar e si conferma l’unica squadra imbattuta contro le rivali della prima metà della classifica. Icardi e Hamsik non vanno nemmeno vicino a festeggiare il loro gol n.100 in Serie A. L’unica cifra tonda che si celebra sono i 110 anni dell’Inter, con il logo speciale al centro del campo prima della partita, bandiere e ricordi. Poi il commosso raccoglimento in memoria di Gian Marco Moratti e di Davide Astori, sulle note di Lucio Dalla, seguite da un lungo applauso. Poi, subito dopo, i soliti cori di insulti reciproci fra la Curva dell’Inter e i tifosi napoletani nel settore ospiti. In campo la partita è ruvida sin dai primi contrasti, e il ritmo alto genera molti più errori tecnici che giocate spettacolari. In tribuna il ct Di Biagio prende appunti su Insigne, tornato dopo quattro mesi nello stadio dove ha assistito impotente dalla panchina al fallimento della Nazionale di Ventura. Questa volta ha 90 minuti a disposizione ma sbaglia l’unica occasione che gli capita: fa venire il mal di testa a Cancelo nel primo tempo e a D’Ambrosio nella ripresa, ma è tenuto a bada da Skriniar, il più lucido nella difesa interista, una diga di fronte all’estenuante possesso palla della squadra di Sarri, oltre il 60% nel primo tempo, che però arriva di rado al tiro. Il piano dell’Inter è attendere e ripartire, ma quasi ogni tentativo si ferma a metà campo, per imprecisioni e incomprensioni. Sbagliano a ripetizione Candreva, Perisic, Brozovic e Rafinha, con Icardi che praticamente non riceve palloni giocabili. Il primo brivido per il Napoli lo crea al 37' Candreva, più con la corsa verso l’area che con il destro sbilenco, ma il vero pasticcio rischia di combinarlo Gagliardini, con un’entrataccia a centrocampo su Mertens che merita forse più dell’ammonizione decisa da Orsato. Spalletti inverte D’Ambrosio e Cancelo, e in avvio di ripresa l'inerzia sembra cambiare, con il palo di Skriniar e un quasi autogol di Koulibaly. Ancor più ghiotta è la chance sprecata al 22' da Insigne davanti ad Handanovic, uno di quegli errori che alla fine potrebbe costare lo scudetto al Napoli. Di sicuro uno dei momenti più bassi del festival degli errori di San Siro.