GENOVA. Possiamo immaginare felice questa sera De Andrè: alla vigilia del compleanno (domani ne avrebbe fatti 78) il suo Genoa gli ha regalato una bellissima e meritata vittoria per 2-0 contro l'Inter, giocando meglio della più blasonata squadra ospite. I nerazzurri sono caduti senza alibi, tra l'incredibile autorete della coppia Skriniar-Ranocchia nel primo tempo e il sigillo dell'ex Pandev nella ripresa: danno addio al terzo posto che la Roma si era conquistata nel pomeriggio e la Lazio, impegnata lunedì in casa con il Verona, la può a sua volta superare. La vittoria col Bologna era stata forse un'illusione. Al Ferraris ha giocato l'Inter che non ti aspetti: timida, molle prevedibile, imprecisa. Mancano Perisic e Icardi, per la prima volta assenti insieme ma chi aspira alla Champions dovrebbe avere riserve all'altezza.
Invece questa sera i tifosi hanno ammirato il Genoa rivitalizzato di Davide Ballardini, alla terza vittoria consecutiva e ora anche ammazza-grandi dopo avere battuto già la Lazio in casa sua quando era terza. Spalletti ha puntato ancora su Eder, per nulla incisivo, ha confermato sulla fascia sinistra il giovane talento Karamoh, potente ma impreciso, lasciato Rafinha in panchina all'inizio e messo in difesa Ranocchia al posto di Miranda, insieme a Cancelo, all'ex sampdoriano Skriniar e a D'Ambrosio. Davanti alla difesa ci sono Vecino e Gagliardini. Ballardini ha risposto confermando l'attacco Galabinov-Pandev, sostituendo in difesa l'infortunato Biraschi con Rossettini e riproponendo il recuperato Rosi al posto di Pereira sulla fascia destra. La novità è però l'ultimo acquisto Bessa a centrocampo al posto di Rigoni. E l'ex veronese ha fatto la differenza rompendo il gioco avversario e proponendo spunti ai suoi.
Prima della gara il Genoa ha ricordato Fabrizio De Andrè facendo ascoltare allo stadio diverse delle sue canzoni più famose. Poi gli ha regalato la prestazione perfetta. Difesa invalicabile e centrocampo coperto hanno permesso ai rossoblù di controllare l'avversario e di colpirlo nei momenti giusti. L'Inter ha provato a superare l'avversario in velocità sulle fasce, ha costruito una palla gol sprecata dal giovane Karamoh (tiro sbilenco al volo al 19' a pochi passi dalla porta) e ha impegnato Perin solo una volta con un tiro di Candreva (31') parato in tuffo. Poco per la quarta in classifica al cospetto della dodicesima. Il Genoa invece aveva colpito un incrocio con Pandev (11'), in modo rocambolesco: il cross del macedone ha rimbalzato in area, e ha superato un genoano e un difensore interista prima di colpire i pali della porta dove Handanovic non è riuscito ad arrivare. Nella ripresa l'Inter si è svegliata e la partita ha iniziato a prendere il canovaccio previsto, col Genoa chiuso dietro e pronto al contropiede.
I nerazzurri hanno iniziato a premere e creato subito una occasione ma la squadra di Spalletti è stata trafitta, a sorpresa, dal secondo tentativo rossoblú. Dopo un contropiede salvato da Borja Valero, sul corner conseguente Pandev ha stoppato in area un tiro di Laxalt, ha atteso la mossa di Handanovic e lo ha trafitto con un rasoterra da pochi metri. Spalletti ha messo Rafinha per Vecino. Ma la mossa non ha dato frutti e alla mezz'ora ha giocato la carta Brozovic-Pinamonti al posto di Borja Valero e Candreva. Niente. Ballardini ha risposto cambiando l'attaccante: Lapadula per Galabinov. Al 35' standing ovation per Pandev, ex di lusso, sostituito da Lazovic. Quasi ipnotizzati dall'avversario gli interisti si sono trascinati fino al termine senza guizzi, quasi rassegnati. E per i genoani è stato il trionfo.
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