ROMA. La Lazio non guarda in faccia a nessuno, ex bandiere comprese, e così anche il suo vecchio capitano Massimo Oddo paga pegno all’Olimpico, sconfitto 3-0 con la sua Udinese, nel recupero della gara della 12/a giornata rinviata per un nubifragio.
Anche stasera altra goleada, grazie all’autorete di Samir e ai timbri di Nani e Felipe Anderson per brindare al terzo posto Champions, in solitaria, e guardare con fiducia al futuro che, da qui a qualche giorno, significherà anche Coppa Italia ed Europa League.
Senza Immobile infortunato e con un turnover ragionato (Luis Alberto, Bastos e Lulic in panca), Inzaghi punta su una Lazio meno spumeggiante e più sparagnina, ma tanto basta per centrare un altro record e chiudere il girone d’andata a 40 punti, uno in più di Petkovic della stagione 2012-2013, adesso diventati 46 per effetto delle vittorie su Spal e Chievo nelle prime due giornate del ritorno.
Ha invece deluso l’Udinese che pure veniva da un ottimo momento (in sette partite, cinque vittorie e due pareggi) scesa all’Olimpico senza pedine di valore, vuoi per scelta tecnica (De Paul e Jankto), vuoi per infortuni (Lasagna, Widmer, Behrami, Adnan) anche se recupera Halfredsson e Fofana.
Inzaghi non bada ai diffidati (Milinkovic, Lulic e Leiva) in vista del Milan domenica al Meazza e fa riposare solo il bosniaco (al suo posto un ottimo Lukaku), schierando la coppia d’attacco inedita, Nani e F.Anderson, con Milinkovic 'tuttocampistà alle spalle. I moduli abbastanza speculari (3-5-1-1 per i padroni di casa, un 3-5-2 per gli ospiti) non invitano alla spettacolo, con la palla sempre circondata da una selva di gambe e i giocatori racchiusi in 30 metri di campo (il primo corner arriverà al 55').
Inzaghi però ha costruito una macchina da gol (con stasera fanno 56 in campionato), dove abbina pragmatismo e giocate d’autore, anche se stavolta una mano gliela danno la fortuna e la testa di Samir che al 23' nel tentativo di anticipare Parolo la infila alle spalle di Bizzarri. Dopo il gol la Lazio sembra accontentarsi e così 5' minuti dopo Strakosha salva i suoi, negando a Barak il pareggio, allungandosi in tuffo sul diagonale centrocampista.
Poi, sul tentativo di tap-in di Perica, Radu salva in scivolata un gol fatto. Senza Immobile e i suoi tagli, diventa più complicato costruire gioco per i biancocelesti che arrivano facile fino ai 60-70 metri prima di sbattere contro il muro friulano.
Serve un’invenzione per il break: ci pensa Felipe Anderson con due acuti: il primo dopo 100 secondi a inizio ripresa per servire il più comodo degli assist a Nani, il secondo a fine gara (43'), facendo tutto da solo e facendo impazzire la Nord. Inzaghi giustamente applaude i suoi, anche se stasera aveva di fronte la più brutta Udinese dell’era Oddo.
C'è tempo anche per far sgranchire Luis Alberto Lulic, mentre De Paul (che all’80' impegna Strakhosha) e Jankto non cambiano lo spartito friulano, oggi davvero senza acuti. Ai biancocelesti va bene così, anche senza lo spettacolo delle ultime uscite, basta e avanza per guardare con fiducia alla doppia sfida col Milan (campionato e Coppa), al sogno Champions e a un calendario massacrante che li vedrà impegnati in 11 partite in 39 giorni.
Caricamento commenti
Commenta la notizia