ROMA - Pace fatta tra Lazio e Var. La banda di Simone Inzaghi riparte come aveva chiuso prima della sosta: infilando cinque palloni in fondo al sacco del Chievo, stesso trattamento riservato alla Spal. E la video-assistenza, chiamata in causa due volte, stavolta è amica. Dopo diversi episodi che avevano scatenato l’ira del tecnico, sul 2-1 toglie ai veneti un rigore che Abisso aveva fischiato senza esitazioni; quindi convalida la rete del 3-1, segnata da uno stellare Milinkovic sul filo del fuorigioco. Anche la tecnologia dunque, come gli arbitri, dà e toglie. La differenza è che azzera polemiche e proteste, almeno in campo, ed annacqua quelle del dopo patita.
Con questo ennesimo successo i biancocelesti si portano a 43 punti, nel pieno della bagarre per un posto Champions. Ma possono gioire anche per un ottimo Felipe Anderson (entrato alla mezz'ora al posto di Immobile, problema muscolare ed unica nota dolente del pomeriggio), oltre che per la bella prestazione di tutta la squadra, se si escludono uno svarione difensivo di Bastos (che era costato il rigore poi non concesso) ed un paio di interventi goffi di Wallace, comunque autore del quarto gol. Ed anche chi entra dalla panchina sa subito cosa e come farlo al mefglio, vedi Nani che ha siglato il 5-1.
Su tutti un Milinkovic superlativo, autore di una doppietta. Il serbo, 22 anni appena, partita dopo partita assume sempre più i contorni del giocatore di caratura internazionale. Se manterrà questo livello fino a giugno, respingere gli assalti degli squadroni europei sarà difficilissimo.
Partita a senso unico, a guardare il risultato. Eppure la Lazio ha rischiato di rimanere ancora vittima del tabù Chievo, che prima di oggi in 15 precedenti all’Olimpico aveva perso solo 3 volte. ALmeno fino al 3-1 il risultato è rimasto incerto e solo dopo la formazione di Maran si è arresa. Anche perché la coppia la coppia offensiva Pucciarelli-Stepinski ha fatto vedere il meglio dei gialloblù. Specie il primo, autore del momentaneo pareggio. In avvio la sosta mostra di non aver arrugginito i meccanismi dei biancocelesti, che si muovono bene ed arrivano al tiro con continuità, impegnando subito Sorrentino in due uscite basse su Milinkovic ed Immobile. Parolo al 9' coglie la parte superiore della traversa con quello che sembra più un cross che un tiro. Il Chievo aspetta l’occasione di un contropiede, con tanti uomini dietro la palla. Marusic di testa impegna due volte il portiere veneto. Ed al 23' serve Luis Alberto in area. Il destro dello spagnolo è deviato da Bani quel tanto che basta per ingannare Sorrentino.
Ma il vantaggio dura meno di due minuti: al 25' ecco l'occasione che il Chievo aspettava. Contropiede sull'asse Radovanovic-Pucciarelli. Il tiro di quest’ultimo dall’interno dell’area batte Strakosha. La Lazio però reagisce subito, con quella consapevolezza della propria forza che è una delle sue armi migliori, e nel giro di sette minuti torna avanti grazie all’assist di Parolo per Milinkovic. Al 45' l’episodio del rigore fischiato per un presunto contatto di Lulic su Stepinski. Abisso fischia, ma dalla Var lo chiamano a vedere le immagini e cambia idea. Per la disperazione di Maran.
In avvio di ripresa il momento più complicato della Lazio. Il Chievo preme. Ma ci pensa Milinkovic (23') con il 3-1 della sicurezza, rete convalidata dagli assistenti alla Var. Da lì in poi è tutta discesa, il Chievo non c'è più. Pucciarelli impegna ancora una volta Strakosha, ma i gol di Bastos e Nani chiudono i giochi.