ROMA. La mostra con orgoglio, la osserva con fierezza. La bandiera tricolore ricevuta dalle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è il giusto riconoscimento a una carriera ricca di soddisfazioni personali e di successi per l'Italia. Federica Pellegrini la sventolerà a Rio nella cerimonia d'apertura dei Giochi, ma intanto nei giardini del Quirinale se la tiene stretta al petto. Anche quando le chiedono di restituire l'asta cui è appesa. «La bandiera la tengo io, la metto in valigia», assieme alle ambizioni che cresceranno sempre di più con l'approssimarsi dell'appuntamento a cinque cerchi. Lei cerca di non pensarci, evita di caricare l'aria di aspettative che poi dovranno essere confermate in vasca. «I presupposti per fare bene ci sono ma non penso che l'Italia da me si aspetti la medaglia d'oro. La speranza è sempre l'ultima a morire, ma non penso di essere la principale candidata alla vittoria» sottolinea la nuotatrice, a suo agio nel ruolo di alfiere azzurro: «Responsabilità pesante? No, solo bella. La bandiera è leggera ma non so nemmeno come si sventola, sarà la mia prima cerimonia di apertura, ma forse non la mia ultima Olimpiade». «Sono molto emozionata e onorata di essere qui, cercando di farvi capire cosa significhi per me: adrenalina, voce che trema e cuore a mille. Questo giorno è il coronamento di tanti anni di carriera - confessa la Pellegrini nel discorso davanti al Capo dello Stato e alla delegazioni di atleti olimpici e paralimpici saliti al Quirinale -. Questa sarà la mia quarta olimpiade, e ho girato le braccia per così tanti chilometri che ho perso il conto di quante volte ho fatto il giro del mondo a nuoto. Ma non sono sola, soffriremo e combatteremo insieme fino alla fine perchè le Olimpiadi muovono i nostri cuori, le nostre menti, i nostri sogni più grandi». E lei il suo lo ha ben chiaro in mente, ma preferisce custodirlo fino all'ultimo nel cassetto: «Perchè se lo dico poi non si avvera, quindi lo tengo per me». Chi invece non ha problemi a sbilanciarsi è il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che celebra la Pellegrini come immagine 'rosa' dello sport italiano: «Quasi il 50% degli atleti azzurri qualificati per Rio è donna, ed è un record cui siamo particolarmente affezionati. Ed è una donna, simbolo di tutto questo movimento per i risultati che ha raggiunto dal 2004 ad oggi, la nostra portabandiera. Siamo orgogliosi che possa rappresentare tutta la delegazione italiana a Rio».