MILANO. Una serata lunghissima, da dimenticare, anticipata da pessimi presagi come l'infortunio di Jovetic nel riscaldamento pre-partita: l'Inter crolla in casa sotto i colpi di una splendida Fiorentina che non e' brutta, sporca e cattiva ma raffinata, elegante, armoniosa. Finisce 4-1 (tripletta di Kalinic, gol di Ilicic e rete ininfluente di Icardi) con i tifosi che lasciano lo stadio mesti prima del fischio finale. I nerazzurri perdono la prima partita di vertice: ora il campionato ha una nuova capolista a 15 punti insieme all'Inter. La Fiorentina non conquistava la vetta dal 14 febbraio 1999 dopo 503 partite e 6069 giorni. La follia di Handanovic complica una partita difficile eppure Paulo Sousa impartisce una lezione di calcio al gruppo di Mancini al quale porta via l'imbattibilità. Il vento nemico non c'entra, nessuna invidia né stupidità - come diceva Mancini alla vigilia - ma una certa supponenza da parte dei nerazzurri che, vincendo di rapina e di misura, sono riusciti a fare meglio delle dirette concorrenti nella corsa al titolo senza mai convincere pienamente. Se manca il gioco, si può fare un tratto di strada ma non la maratona. L'Inter deve crescere e migliorare, affinare le trame, perfezionare gli ingranaggi. Fisicità, cattiveria e grinta da cattivi non bastano per essere davvero una grande squadra. Bagno di umiltà per la capolista umiliata dai viola che in venticinque minuti segnano tre gol facendo saltare i nervi all'Inter che colleziona gialli e un rosso con Miranda per uno sciagurato fallo da ultimo uomo. L'inizio della sfida è da incubo: quattro minuti e accade l'incredibile con Handanovic che sbaglia uno stop semplice semplice, si fa rubare palla da Kalinic e lo stende senza troppi complimenti. Rigore che trasforma un magnifico Ilicic. L'Inter soffre il gioco veloce della Fiorentina, la difesa traballa, mantiene alto l'orgoglio Medel mentre Melo sembra aver perso la sicumera del suo folgorante inizio. I nerazzurri sono tramortiti: la Fiorentina gioca bene e non si accontenta. Al 18' ancora Handanovic devia malamente un tiro di Ilicic indirizzando la palla verso la rete, in agguato c'è comunque Kalinic che la accompagna e mette a segno il meritato raddoppio. Mancini vive un incubo, guarda la sua squadra inerme e imbambolata di fronte agli avversari che palleggiano, avanzano e segnano. Dopo 23' arriva il tris: traversone di Marcos Alonso per il tap in di uno scatenato Kalinic. L'Inter incassa ben tre gol in soli 25 minuti, un trauma che i nerazzurri non riescono a metabolizzare: poca personalita' e scarsa reazione. Al 31' arriva l'ennesima mazzata di una partita choccante: Miranda non sa come fermare Kalinic lanciato a rete, lo falcia e per il difensore scatta il rosso diretto. Mancini cambia modulo, cerca di salvare l'onore ma nel secondo tempo la Fiorentina controlla, tiene palla, domina. Borja Valero si conferma giocatore di razza, Badelj una forza, Ilicic una sicurezza e Kalinic un goleador inarrestabile. Dietro la forza della Fiorentina che sogna in vetta alla classifica ci sono la tranquillita', la classe e lo stile di Paulo Sousa. La partita riserva le ultime emozioni con una rete di Icardi che sfrutta di testa un calcio di punizione di Telles. La risposta dei viola non tarda: al 31' cala il poker ancora con Kalinic ben servito da un altruista e generoso Ilicic. La luce dell'Inter si spegne definitivamente, la resa e' totale. Restano gli interrogativi al di là degli errori assurdi di Handanovic. Il campionato per i nerazzurri comincia ora dopo un calendario tutto sommato semplice. La forza del gruppo di Mancini deve trovare conferme in un campionato aperto e un po' pazzo dopo i dubbi che lo hanno accompagnato nelle prime cinque partite. Thohir aveva deciso di cambiare programma e di restare a Milano per vedere la partita. Forse se ne e' un po' pentito o e' tornato con i piedi per terra: lo scudetto e' ancora molto lontano, forse troppo.