Dieci partite, cinque vittorie, quattro pareggi, e l'amaro in fondo. Antonio Conte perde la sua imbattibilità azzurra a Ginevra. Lo 0-1 potrebbe costare soprattutto in chiave Mondiale, visto che impedisce all'Italia di scalare il ranking europeo e la espone da non testa di serie ad avversari pericolosi. Il ct azzurro però ha altri pensieri: non e' il momento di raccogliere l'auspicio di Tavecchio a restare anche per il Mondiale, semmai di tracciare un bilancio del primo anno azzurro. ''Quest'Italia ha un'anima, e io ho vissuto una metamorfosi: volevo fare l'allenatore, ora so come fare il ct'', dice a chiusura di stagione. L'anno azzurro va in archivio con uno scivolone, e lui ammette ''che perdere dispiace sempre''. Parla però anche di ''sconfitta salutare, che fa parte del percorso formativo soprattutto per quei giocatori che si stanno affacciando sul panorama internazionale e che devono capire come si gioca in Europa: questa sconfitta ci permette di capire su cosa dobbiamo lavorare". Ad esempio, più che sugli errori difensivi sulla mancanza di concretezza in avanti: ''Sottoporta dobbiamo essere più cinici''. E concreti, come quando Conte affronta i complimenti in arrivo dalla Figc. ''Non mi stupirei di vedere Conte sulla panchina azzurra anche al Mondiale'', aveva detto al suo arrivo a Ginevra il presidente federale Carlo Tavecchio, prima di sedersi in tribuna tra Platini e De Laurentiis: non ci fosse la nuova elezione federale nell'anno olimpico, avrebbe già proposto il prolungamento al ct ''Ora - l'indiretta replica di Conte - penso solo a completare la qualificazione agli Europei: saranno molto importanti le due partite di settembre, e' fondamentale vincerle''. Un mini-bilancio è però possibile tracciarlo. "In questi mesi sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla mia metamorfosi da allenatore a ct, una trasformazione che ha stravolto i miei ritmi. Certo - prosegue Conte - ho avuto bisogno di un po' di tempo, oggi ho capito e sono sereno. Per temperamento sono sempre portato ad esternare e ad essere trasparente: a volte forse ho ecceduto e questo un po' mi ha amareggiato, perché alcune mie esternazioni hanno creato malintesi". Ma ora che ha imparato a "metabolizzare" Conte assicura di essere davvero più sereno. Dal bilancio personale a quello della Nazionale. "Siamo ad una fase di ricambio generazionale - spiega Conte - prima c'erano tanti attaccanti e tanti campioni in attacco pronti anche a mettersi al servizio della squadra: anch'io quand'ero giocatore azzurro ero felice di correre per loro. Ora siamo in una fase di passaggio". E poi via per rientrare nella notte in Italia. Appuntamento azzurro a settembre.