TORINO. Festa sì, ma senza eccessi, come per i loro beniamini. Anche i tifosi della Juventus, che si sono riversati nel centro di Torino, scelgono il 'low profile' per celebrare il quarto scudetto consecutivo. Tutti in piazza San Carlo, attorno al 'caval d'brons', come nei migliori momenti, ma senza lasciarsi andare ai trionfalismi visti in altre occasioni. E non perché la vittoria non sia sentita: martedì sera c'è il Real Madrid a Torino, semifinale di andata di Champions League, la coppa che - anche per loro - è il grande sogno. I caroselli non sono certo mancati, con i clacson delle auto e le bandiere al vento a portare in cielo la gioia per un traguardo a cui in pochi, dopo l'addio di Conte e l'arrivo di Allegri, sembravano credere. "Siamo noi, siamo noi, i campioni d'Italia siamo noi...", cantano i tifosi lungo via Roma dove, dopo l'1-0 con la Sampdoria che regala la certezza matematica del tricolore, arrivano le bancarelle con le maglie e le sciarpe della vittoria. Nel salotto buono della città spunta anche qualche fumogeno e un altoparlante spara a tutto volume le note di "Juve storia di un grande amore", l'inno scritto da Paolo Belli nel 2007. Sono gli unici squilli di una serata all'insegna della sobrietà, quasi a non volersi distrarre da una stagione che "non è ancora finita", per dirla come mister Allegri. E che da grande può diventare grandissima. "Per scaramanzia", dice un ragazzo sotto i portici di via Roma, il popolo bianconero non pronuncia mai la parola triplete - in palio c'è anche la finale di Coppa Italia. E in attesa di conoscere l'esito del ricorso contro la chiusura della curva, che rischia di rovinare la festa nelle ultime due gare casalinghe del campionato, si prepara ad essere il dodicesimo uomo in campo almeno in Europa. Le vendite dei biglietti per la partita di martedì sono andate a gonfie vele e lo stadio sarà tutto esaurito. E' lì che i tifosi sognano di fare festa.