ARCORE (MONZA E BRIANZA). Ombre cinesi sul Milan. Maggio sarà probabilmente il mese della verità, intanto Silvio Berlusconi ha incontrato ad Arcore un uomo d'affari asiatico che ha lasciato Villa San Martino a bordo di una fuoriserie nera, impegnato a scrivere sullo smartphone. Nella penombra non lo si vedeva chiaramente, ma la somiglianza e alcune indiscrezioni fanno dire che dovrebbe trattarsi di Richard Lee, uomo d'affari di Hong Kong con molti interessi in Cina, che a ottobre era stato ospite del presidente rossonero a San Siro e secondo alcune ricostruzioni, potrebbe guidare (o quantomeno lavorare come intermediario) la cordata di imprenditori cinesi la cui identità era rimasta segreta.
Si sapeva solo che aveva avviato la due diligence, ossia l'esame dei conti del Milan: la stessa operazione è in corso anche da parte del broker thailandese Bee Taechaubol, che starebbe raccogliendo capitali in Asia e in particolare in Cina. Finora Taechaubol sembrava in vantaggio sulla concorrenza, se non altro per il protocollo d'intesa non vincolante siglato proprio ad Arcore con Berlusconi a gennaio. Questa volta a Villa San Martino il leader di Forza Italia ha ascoltato una proposta diversa, in un incontro durato probabilmente un'ora e mezza e concluso poco prima delle 22, al termine di una giornata intensa fra 'rumor' di un'imminente cessione e smentite. I due soggetti interessati dovrebbero concludere le due diligence per la fine di aprile. A metà maggio, secondo quanto filtra, i pretendenti dovranno svelare le proprie offerte.
È difficile immaginare che Berlusconi abbia interesse a chiudere un simile affare proprio a ridosso delle elezioni Regionali del 31 maggio. Tutto può succedere, non sono esclusi colpi di scena. Potrebbe decidere anche una marcia indietro, oppure scegliere un nuovo partner che entrerebbe con un terzo delle azioni, per rilevare gradualmente la maggioranza, magari fino al 75%, come previsto fra l'altro nel protocollo di intesa non vincolante firmato con Taechaubol.
Secondo indiscrezioni, Berlusconi in alcuni colloqui privati avrebbe rivelato la cessione proprio di quella percentuale a non meglio specificati cinesi per una cifra fra il miliardo e il miliardo e mezzo di euro, ottenendo la conferma della figlia Barbara sulla poltrona di amministratore delegato. Non c'è alcuna trattativa sulla vendita e cessione del Milan, hanno puntualizzato fonti vicine al presidente rossonero sottolineando che non è mai stata fatta una reale valutazione circa il valore della società. Un'operazione simile, fra l'altro, asseconderebbe l'input del governo di Pechino che punta a sfondare anche nel mondo del calcio e vede l'Italia come terra di opportunità per le proprie compagnie, da ultima ChemChina che ha appena scalato Pirelli.
Dopo l'apparizione a San Siro con Richard Lee, meno di un mese fa hanno fatto notizia le foto del leader di Forza Italia al fianco di Poe Qui Ying Wangsuo, noto come Mr.Pink, dal nome della sua bevanda al ginseng che spopola a Hollywood. Si è parlato anche di Wanda, il colosso cinese che ha acquistato Infront, l'advisor di Lega Serie A e Figc. E negli ultimi giorni si è diffuso un rumor su Zong Qinghou, presidente di Wahaha, gigante cinese delle bevande, considerato l'uomo più ricco del suo Paese, che ha smentito in fretta: «Non abbiamo alcuna intenzione di entrare nella mondo del calcio». Ma le ombre cinesi rimangono alte, e presto potrebbe uscirne il nuovo proprietario del Milan.
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