ROMA. «Il mio richiamo agli effetti negativi dell'accesso delle squadre provinciali alla serie A è stato indicato da me come rischio di una possibile riduzione dei diritti televisivi, in conseguenza della riduzione degli utenti, e non certo come desiderio di impedire ai club minori di arrivare a competere con i club maggiori». Claudio Lotito ribadisce in una nota il suo pensiero sulla polemica che lo ha travolto dopo la diffusione della telefonata con Pino Iodice, registrata dal dg dell'Ischia.
«Contrabbandare queste mie valutazioni come tentativo di influire sul regolare andamento sportivo dei tornei - scrive ancora il presidente della Lazio -, al fine di avvantaggiare i grandi club e svantaggiare i club di provincia, è un vero e proprio falso calunnioso, finalizzato a screditare la mia figura ed impedirmi di continuare nel rinnovamento che costituisce il programma della nuova dirigenza della Fig». Lotito dice di aver subito un vero «agguato»: «Il mio dire appare logico e collegato ad una politica di riforme più volte pubblicizzata e portata all'attenzione delle istituzioni nazionali e sportive; se le mie dichiarazioni vengono strumentalizzate per travolgerne il contenuto e per sfruttarlo in termini di lotta di potere, come emerge dalle interpretazioni del mio interlocutore che ha "organizzato il suo agguato« si compie un vero e proprio falso intellettuale per agevolare l'agguato di un soggetto che, forse, ha tirato la volata a chi crede di sovvertire in questo modo una legittimazione derivante da metodi democratici e trasparenti, ben lontani dalle furtive registrazioni di telefonate mirate a creare lo scandalo. Comportamento,questo, che non mi sembra conforme nè alle norme deontologiche cui deve attenersi un tesserato nè alle norme cui deve attenersi un qualunque
cittadino".
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