Venerdì 22 Novembre 2024

Altri tre mesi di squalifica per Alex Schwazer: "Non rinuncio a Rio"

ROMA. Ad allenarsi ha ripreso già da un po', ma per Alex Schwazer inizia una vera e propria corsa contro il tempo per sperare di partecipare ai Giochi Olimpici di Rio 2016. Il Tribunale Nazionale Antidoping del Coni, infatti, come chiesto dalla stessa Procura, gli ha inflitto altri mesi di squalifica, riconoscendo però al marciatore azzurro «la collaborazione fattiva» nel nuovo filone d'inchiesta nata dagli atti di Bolzano, scontando la richiesta per l'elusione ai controlli da sei mesi a tre, appunto, con uno stop complessivo fino al 29 aprile 2016. Ma, più importate, ha lasciato alla stessa Procura la possibilità di valutare se ci sono i presupposti per ridurre la squalifica di tre anni e mezzo dovuta alla sua positività all'Epo, riscontrata a pochi giorni dai Giochi di Londra 2012 proprio per la sua collaborazione. «Poteva andare meglio e peggio - ammette il 30enne altoatesino -. Confidiamo ci possa essere uno sconto. Mi piacerebbe fare un percorso ben chiaro e progettato per le Olimpiadi. Rientrando solo a marzo sarà abbastanza difficile». Con un ulteriore sconto, però, provare a fare il tempo prima della scadenza fissata dal consiglio federale Fidal nel 2015 non è impossibile. «Con loro i rapporti sono zero, ma quando sei vicino alle Olimpiadi e hai bisogno di medaglie, forse si avvicineranno di più - dice -. Non voglio togliere il posto a nessuno, ma devo avere la possibilità di fare i miei tempi poi sta a loro, se vogliono portare Rubino e arrivare 20/i facciano loro. Una cosa cattiva? Anche lui lo è stato con me. Cercherò di fare i miei tempi poi se faccio il tempo e non vado alle Olimpiadi, vorrà dire che andrò ai Mondiali». Schwazer illustra dati alla mano tutti i suoi valori ematici per ribadire che le sue vittorie, compreso l'oro di Pechino 2008, sono pulite. «Non mi sono mai dopato prima. Il doping è stato l'ultimo passo - spiega-, non penso che con una salute mentale normale tutto questo sarebbe successo. Dopo Londra è venuto per me il momento di non pensare alla prossima gara ma di risolvere i miei problemi di uomo e ora voglio essere un testimonial antidoping», ribadisce, aprendo a una collaborazione con il professor Sandro Donati, ex allenatore di atletica, consulente Wada, che da anni denuncia le pratiche di doping. «In questo momento è la persona più credibile - riconosce Schwazer -. Ho avuto un contatto spero mi possa seguire. Gli ho detto: 'tu sei convinto che non si vinca senza doping, io voglio dimostrarti il contrario. Mettiti in gioco pure tu'». Per farlo pubblicherà tutti i suoi dati su internet, «rinunciando anche alla privacy». Inevitabile non parlare di Carolina Kostner che per complicità nella sua elusione al controllo del 30 luglio 2012 è stata squalificata 16 mesi. «Non è vero che questo sconto è per averla messa nei guai - si giustifica-. Ho detto le cose come sono accadute: è stata una questione di pochi attimi,il pasticcio era fatto, ma dovevamo superarlo. Certo mi dispiace. Carolina con il doping non c'entra niente e se ha sbagliato è anche colpa mia. Ancora innamorato di lei? Quando hai vissuto una esperienza come la nostra continui a rispettarti ma è successo talmente tanto, è difficile per il momento vederci insieme. Le zuppe riscaldate non vengono bene». Il passato è passato: dal tunnel del doping lui è uscito e ora spera solo di tornare a correre.

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