PALERMO. La vecchia, cinica battuta di Gianni Agnelli, sul «secondo che è soltanto il primo degli sconfitti» questa volta non va bene. Perché tutte le «Eccellenze di Sicilia», selezionate online dai lettori per festeggiare i 155 anni del «Giornale di Sicilia», e premiate ieri, rappresentano il miglior acquerello della Sicilia. Insieme. Queste imprese, figlie di un Meridione sempre raccontato come «questione» e mai come una «risposta», hanno, invece, risposto: perché non si dica che la Sicilia soffra di anemia di desiderio, di voglia di fare. In Sala Magna, a Palazzo Steri di Palermo, c' era il pienone: tra il pubblico, istituzioni, magistrati, imprenditori. Il rapporto tra un giornale e i suoi lettori è paragonabile non a un matrimonio, ma al libero amore, dove l'obbligo alla fedeltà non è sancito da un contratto ma è il risultato di un rapporto quotidiano e l'obiettivo dell'editore è assicurarsi giorno per giorno questa fedeltà. Il «Giornale di Sicilia» fa quotidianamente la sua parte, la sua esplorazione dietro al visibile, sotto l'evidente, alle spalle del già visto. «Il nostro è un viaggio senza fermate», ha detto il condirettore Giovanni Pepi. Un modello di viaggio strano, quello di un quotidiano: qualcosa come stare in un posto, la Sicilia, e sprofondare in quella terra sotto il peso della curiosità, delle notizie, delle magagne. Ancora Pepi: «Siamo qui, dopo 155 anni, perché abbiamo sempre dato conto del degrado e della bellezza di quest' Isola zeppa di contrasti, ne abbiamo raccontato i corsi e ricorsi. Abbiamo pubblicato i verbali del maxiprocesso alla mafia perché ovunque si sapesse di quale orrore sia capace Cosa nostra; sappiamo prendere atto dei nostri errori, pubblicando con la stessa evidenza le rettifiche. Ci sentiamo siciliani, popolari e moderati. Nel corso degli anni - continua Pepi l'informazione ha cambiato pelle, alla carta stampata si sono aggiunti la tv, la radio, il sito online, sempre mantenendo primati di ascolti, e abbiamo saputo intercettare i desideri e le esigenze dei lettori. Una soddisfazione per Antonio Ardizzone, presidente del Giornale di Sicilia, Federico Ardizzone, presidente di Tgs/Rgs, Angelo Sajeva, co-founder di GdS Media&Communication e Calogero Di Carlo, il dirigente amministrativo. Celebriamo i nostri 155 anni mettendo in primo piano gli imprenditori perché non è vero che non si possa fare industria in Sicilia». I vincitori? Gente con la Sicilia nella testa, nelle tasche, nei sogni e il premio vuole dare visibilità a storie imprenditoriali originali. Spiega Sajeva, motore del progetto: «Una iniziativa importante, che mette insieme un po' di storia, quella del Giornale, di innovazione con il web, e di tecnologia con le preferenze online: 6.500 voti in due giorni e mezzo la dicono molto lunga». Il Giornale di Sicilia continua a conoscere come le sue tasche l' humus di questa regione. Lo confermano gli interventi che iniziano con il saluto del retto re Fabrizio Micari: «Il "Giornale di Sicilia" è un pezzo della storia di questa città, come noi. È stato naturale ospitare in questa "casa" le celebrazioni per i 155 anni di un quotidiano che ha una storia antica ma è aperto all' innovazione». È intervenuto anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta: «Questa longevità colloca il nostro "Giornale di Sicilia" nella storia dei più grandi quotidiani d' Europa, un orgoglio per noi siciliani. È un giornale che riesce amante nere una visione matura del mondo, che non ama le notizie avventate». Poi è toccato al presidente dell' Ars Giovanni Ardizzone: «Il "Giornale di Sicilia" ha garantito un' ottima informazione, mai "complice" e ha accompagnato la nascita e la crescita del Parlamento siciliano che il prossimo mese di maggio celebrerà i 70 anni». Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ha evidenziato: «Prima il "Giornale di Sicilia" assolveva alla funzione di informazione ora costruisce quel corpo intermedio che diventa condizione di democrazia e mira a individuare consenso. Che è spesso diverso dai consensi». Le immagini sono di Salvatore Militello