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"Per fare il cafone ho dovuto studiare tanto", il messaggio di Checco Zalone agli studenti

TARANTO. Un inno alla bellezza della scuola e all’importanza della cultura contro chi la vuole denigrare o distruggere, in certi casi materialmente: l’inaugurazione dell’ anno scolastico 2017-2018 a Taranto è stata una festa per tutti, dagli insegnanti agli studenti (in 800 provenienti da tutte le regioni italiane), agli artisti e agli atleti che si sono alternati sul palco, sotto un sole implacabile e gli sguardi convinti del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e della ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli. E’ stato il capo dello Stato, nel 2015, a volere che l’inizio ufficiale dell’anno scolastico si svolgesse nei territori, diventasse itinerante. E non è stata certo casuale la scelta del plesso di primaria 'Giovanni Falconè dell’istituto comprensivo 'Luigi Pirandello', scuola presa di mira una decina di volte dai vandali, scuola di periferia, di un quartiere nato decenni fa per ospitare gli operai del vicino stabilimento siderurgico dell’Ilva.

Gli applausi dei ragazzi agli artisti e agli sportivi chiamati sul palco (da Ermal Meta a Michele Bravi, da Flavia Pennetta ad Antonella Palmisano, alla paralimpica Nicole Orlando, solo per citarne alcuni) si sono alternati alle risate provocate dai 53 secondi di videomessaggio di Checco Zalone. Una battuta su tutte: «Spero studiate anche voi e formiate una classe dirigente che faccia giustizia. Ho spesso interpretato il ruolo del cafone, ma non sapete quanto ho dovuto studiare per farlo».

Ma c'è stato spazio anche per il teatro, il ballo, la musica, ad esempio con il brano 'Taranto liberà dei ragazzi della 'Falconè che invoca il riscatto della città dai problemi ambientali e dal degrado, e per la scienza, con il divulgatore Alberto Angela. E poi la lotta al bullismo e al cyberbullismo. I territori erano davvero rappresentati tutti: dalla scuola più piccola - i due alunni, diventati quest’anno cinque, di Ceresole Reale, nel Piemontese - ai ragazzi di Amatrice, L’Aquila e Ischia, che hanno vissuto il dramma del terremoto.

«La scuola, ragazzi, non riguarda soltanto voi, i docenti e i vostri genitori: costituisce una grande e centrale questione nazionale - ha sottolineato nel suo breve intervento il presidente Mattarella - perché la scuola è motore di cultura e, quindi, di libertà, di eguaglianza sostanziale. Deve essere veicolo di mobilità sociale». Parole accompagnate da un invito: "Si deve tener conto che i temi della scuola, per la loro delicatezza e importanza, stanno molto a cuore a tante persone, a tutti, in realtà. E’ comprensibile, quindi, che vi siano diverse opinioni. Proprio per questo vi è bisogno di confronto, sereno e obiettivo, sulle politiche scolastiche, iniziando dalle forze politiche e sociali». Ma il plesso 'Falconè e l’istituto 'Pirandello' di Taranto sono anche emblema di periferia. «Io credo - è stato il richiamo della ministra Fedeli - che bisogna investire molto nelle zone di povertà economica e povertà educativa perché lì, come ho detto in una audizione del Parlamento, le scuole devono diventare di eccellenza, orgoglio di tutto il Paese per integrazione e difesa dall’abbandono scolastico».

E anche perché, ha aggiunto invitando ad un’ alleanza tra scuola e famiglie, «un ragazzo che abbandona la scuola è una sconfitta per tutti».

Video tratto da corriere.it

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