ROMA. I droni per le consegne a domicilio, per portare internet in zone sperdute, per interventi in luoghi pericolosi, per riprese cinematografiche, ma non solo: c'è già al mondo chi li utilizza per condurre greggi e mandrie al pascolo. Dagli Usa alla Nuova Zelanda, cresce il numero di allevatori che sfrutta le potenzialità dei droni per sostituire uscite a cavallo o i cani da pascolo. Intervistato dal Wall Street Journal, un giovane neozelandese, Michael Thomson, spiega che con il suo drone è in grado di condurre al pascolo circa mille pecore ed «è il metodo più veloce» che ha a disposizione per farlo. Tutti quei compiti che prima venivano svolti con perlustrazioni a cavallo o con altri veicoli ora sono responsabilità del drone. Thomson non è il solo ad aver avviato esperimenti di questo tipo e addirittura già nel '95, quando i droni non erano certo una tecnologia emergente, alcuni scienziati britannici lanciarono il «Robot Sheepdog Project». In Irlanda, il manager di supermarket Paul Brennan utilizza un drone per pascolare le pecore della fattoria del fratello. Nel South Carolina l'allevatore Scott Hunt ha ricevuto un drone a Natale, spiega al Wsj, e l'ha provato con la sua mandria. Altri agricoltori, ancora più evoluti, stanno testando droni con sensori particolari per raccogliere dati su alberi e piante dei propri terreni. Gli allevatori utilizzano i velivoli senza pilota anche per contare il bestiame, per individuare i capi sparsi in grandi proprietà o gli eventuali bovini malati o in calore attraverso sensori termici ad hoc.