ROMA. Un mix che mette insieme fossili, modelli digitali 3D, scienza, frese a controllo numerico e paleoartisti: il risultato sono i dinosauri protagonisti di 'Dinosauri in carne ed ossa'. È la mostra itinerante organizzata dall'Associazione Paleontologica Parmense Italiana (Appi) e ospitata fino al 31 maggio negli spazi dell'Università Sapienza di Roma. Da una 'strana' pietra (i fossili) fino agli straordinari modelli dei 'dominatorì del passato la strada è lunghissima: un lavoro certosino che coinvolge paleontologi, grafici 3D e 'paleoartisti'. «La creazione dei modelli più grandi, come lo Spinosauro, richiede circa 6 mesi di lavoro e mezza dozzine di persone a tempo pieno», ha spiegato Anna Giamborino, responsabile didattica della mostra. I dinosauri esercitano un grande fascino sulle persone di ogni età ma non sempre le ricostruzioni che si possono vedere nei parchi tematici sono sempre fedeli a quello che testimoniano i fossili. «Per questo - ha spiegato Alessandro Carpana, presidente di Appi - abbiamo voluto unire il rigore scientifico, ossia quello che emerge dalle più recenti scoperte di fossili, alla fedele realizzazione artistica che coinvolge disegnatori fino ad esperti di effetti speciali». Il lavoro parte infatti dall'analisi dei fossili da cui, confrontando i molti ritrovamenti effettuati, si arriva a disegnare lo scheletro. Il passo successivo è quello di ricostruire virtualmente la muscolatura, i vari organi e il modo di muoversi e camminare. Una volta completato al pc il disegno 3D, con il continuo scambio tra paleontologi e disegnatori, si passa alla 'stampa', su polistirolo con frese a controllo numerico, di un primo 'stampo' del modello finale. Il modello in polistirolo viene poi ricoperto in vetroresina, dipinto e lavorato a mano. Il lavoro prevede però ancora ulteriori passaggi fino alla creazione dell'opera definitiva. L'ultima creazione, presentata a Roma, è la riproduzione di uno Styracosaurus, un erbivoro di 5 metri di lunghezza vissuto 75 milioni di anni fa.