ROMA. E' virale il nuovo videoclip di Caparezza "China Town". E dopo un estate in giro per l'Italia tra piazze e festival, il cantante si prepara a portare la sua "Museica" in tour in Europa, con cinque concerti su e giù per il continente tra il 7 e il 13 ottobre. «E' un'esperienza, semplicemente questo - racconta il rapper pugliese - avrei potuto farla già negli anni scorsi ma finora avevo sempre pensato che i miei spettacoli, le tematiche, i miei modi di fare e di parlare fossero troppo legati all'Italia. Ma questa volta, anche se l'album l'ho registrato tutto a casa mia, è stato mixato fuori, a Los Angeles, e lì ho incontrato un sacco di non italiani che mi hanno detto che secondo loro era assolutamente esportabile, quindi mi sono detto dai, perchè no». Il primo appuntamento della tournèe sarà alla Sala Apollo di Barcellona, martedì 7 ottobre, poi seguiranno la Bellevilloise a Parigi, il Vk a Bruxelles e il Koko a Londra, rispettivamente il 9, 10 e 12 ottobre, e chiusura il 13 al Melk di Amsterdam. Un percorso serrato in cui Caparezza spera di ripetere il successo dell'esibizione di agosto allo Sziget Festival di Budapest, esordio oltre confine che gli consente, ammette con un sorriso, di «partire più tranquillo» per questo viaggio. «Non so proprio che tipo di pubblico aspettarmi - dice ancora - sono sicuro che ci sarà una buona parte di radice italiana, ma credo e spero che ci siano anche un pò di curiosi autoctoni. Il fatto di cantare in italiano può essere un limite, ma anche una caratteristica attraente». Ciò che è certo, prosegue, è che non ci saranno versioni tradotte delle sue rime, nè abbandono di quell'inflessione pugliese che lo ha reso celebre: «Continuerò a fare le canzoni in italiano, e spiegherò un pò quello che vogliono dire con l'aiuto di qualche gag, che spero di riuscire a fare in francese, o in inglese, o in spagnolo». Perchè in fondo, «da quando ha avuto successo 'Gangnam Style' in coreano non mi faccio più problemi». In ogni caso, conclude Caparezza, «sono già contento prima ancora di partire, per essere riuscito a fare qualcosa che è un po' fuori dagli schemi per me, che non sono abituato a fare di questi giri. Tutto quello che verrà dopo, positivo o negativo, sarà un qualcosa in più».