Un brano in gara, 'Voce', che è "una lettera d’amore alla propria identità e libertà d’espressione", mentre per la serata delle cover, il rap ante litteram di Prisencolinensinainciusol firmato Adriano Celentano, "un artista che considero molto libero, lontano dalle convenzioni sociali, come spero di essere anche io.... Celentano è proprio una rockstar".
Sono i due biglietti da visita che presenterà al Festival di Sanremo, la big in gara più giovane di quest’edizione, la diciannovenne Madame (nome d’arte di Francesca Calearo), stella emergente dell’hip hop e talento musicale versatile, che in poco più di due anni ha dato prova di sapersi muovere con personalità fra contaminazioni di generi e sfide.
Con all’attivo collaborazioni con artisti come Marracash ('L'anima'), Negramaro, per 'Non è vero niente' e Fabri Fibra
per Il mio amico (prima in radio per la seconda settimana consecutiva), la giovane artista dopo il Festival ha in uscita, il 19 marzo il suo primo album, 'Madame' (Sugar), già disponibile in preorder.
Il suo brano sanremese, Voce (scritto e composto da lei insieme a Dardust ed Estremo, anche produttori) "è la mia canzone preferita - spiega la rapper -. Ho deciso di darle il palco più grande che potessi. Certo, non ambisco alla vittoria, mi sento un po' fuori gara. Sia per l’età sia per il mio percorso così recente, è ancora un pò tutto inaspettato". 'Voce' "racconta un mondo in cui tutti dovrebbero sentirsi liberi di parlare, di partecipare, come diceva Gaber. Io ci rifletto con un po' di rabbia, ribellione, ma soprattutto con amore, perché per me è con l’amore che si fanno le grandi
rivoluzioni".
Invece per le cover ha pensato a Prisencolinensinainciusol «perché mi dà anche modo di affrontare un tema che mi è sempre stato a cuore, l’istruzione - spiega-. È un sistema che va cambiato radicalmente, il mondo cambia e la scuola no. Sognavo persino di fare l’insegnante, ma si può insegnare anche con 'arte'».
Quando è venuta l’idea di proporre il brano di Celentano, racconta, «il mio discografico, Filippo Sugar l’ha contattato
e lui ha detto che mi conosceva, che era fan ed era super contento. Ha anche visto le prove della canzone dal cellulare e gli è piaciuta molto, spero di fargli onore al massimo».
Sul palco per la cover sarò sola, dice, «ma ci sarà una sorpresa». Com'è stato il primo impatto con Sanremo?
«Le prove a Roma sono state molto emozionanti. In Voce c'è un grande lavoro di archi, fiati e batterie e sentirla con l’orchestra è stata una sensazione unica. Dardust è venuto da me commosso e gli orchestrali hanno applaudito... è stata una cosa veramente bella». L’esposizione mediatica massiccia legata a Sanremo «la vivo con un po' d’ansia, la fama mi ha sempre un po' spaventato è qualcosa a cui non ho mai ambito, ma sono anche molto curiosa di vedere che effetto avrà su di me. Poi non è detto sia una popolarità che duri, magari dieci giorni dopo il festival non si
mi fila più nessuno», aggiunge ironica. Finire l’album nell’anno della pandemia, sostiene, non ha stravolto molto il suo modo di fare musica: «Ho solo usato il telefono più del solito - dice- resta sempre l’essenza del lavoro in studio. Certo, in alcuni periodi, mi sono sentita un po' bloccata, perché io scrivo le canzoni sulla base di un’esperienza, che poi rielaboro. Mi stava mancando la materia prima, ma ho ripescato bene dal mio passato e ho fatto una bella
analisi».
La Madame che troveremo nell’album è «sincera, a volte anche troppo.- assicura- Questo disco è come un quadro nel quale è dipinto perfettamente quello che sono».
Gli ultimi due anni, sono stati di lavoro costante e c'è stata su di lei un’attenzione crescente ma «io li sto vivendo in modo, penso, naturale. Sono stati intensissimi, di grandissimi dolori e grandissime soddisfazioni e gioie. È la vita che sognavo. Non intendo quella dell’artista, della persona famosa e quelle cretinate lì ma la vita attiva, in cui si soffre, si fa pace, si litiga, ci si ama».
Intanto, è proprio Madame con il suo brano «Voce», ad aggiudicarsi, a poche ore dall’inizio del festival, il Premio Lunezia.
Lo ha annunciato Stefano De Martino, Patron della rassegna, battezzata 25 anni fa da Fernanda Pivano e Fabrizio De
André, che definisce la giovane rapper «Un talento precoce, con imprevedibili risorse, che potrebbe offrire novità alla bellezza musical-letteraria delle canzoni italiane».
Per il critico musicale Dario Salvatori (membro Commissione del Premio Lunezia) il brano di Madame è «una lirica basata su sentimenti adolescenziali, sfumati tra follia e grandezza».
Tra gli 8 giovani in gara, il Comitato d’Ascolto presieduto da Loredana D’Anghera (direttore artistico Lunezia Nuove Proposte) indica il brano «Regina» di Davide Shorty che D’Anghera giudica una canzone «ricca di sfumature d’oltreoceano, dai sapori inaspettati, apparentemente senza controllo. L’approccio vocale dell’artista è complementare al resto dell’opera, trovando così gli equilibri per raggiungere qualità musical-letterarie».
La 26esima edizione del Premio Lunezia (Festival della Luna), si svolgerà su più date nel periodo estate/autunno 2021 tra Aulla e La Spezia.
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