«Quando m'ha chiamato Amadeus ho guardato GG, il mio producer, e gli ho detto: 'GG, ora tocca spaccà sopra quel palco!' Mò che c'ha chiamato cavoli suoi!». È carico Fasma, euforico in vista del ritorno al Festival di Sanremo dopo il fortunato debutto dell’anno scorso, che se non ha pagato in termini di classifica, lo ha fatto sicuramente sotto il profilo del successo radiofonico, che ha ampiamente superato anche quello di artisti in gara nella sezione Big. Che è la sezione che ospita quest’anno Fasma, vero nome Tiberio Fazioli, classe 1996, romano, occasionalmente rapper senza credere troppo nei generi, come svela all’AGI. «Io faccio me stesso, io penso che l’originalità sta nell’essere se stessi - dice - non mi sento neanche un rapper, per me i rapper sono altri. Ho iniziato a far musica perchè ero ignorante, ho imparato a far musica perchè dovevo comunicare e, fidati, quando scrivevo un pezzo non ragionavo se era rap o non era rap, ed io me la voglio continuare a godere in questa maniera». Il tutto nasce da un ragionamento semplice ed efficace che lo guida nella giungla della discografia italiana: «La musica non ha genere, la musica è musica, la mia musica non ha schemi preimpostati da qualcun altro perchè sono cresciuto con quel genere, io sono cresciuto con la musica in generale, io quotidianamente ascolto musica classica ma non faccio musica classica. Per adesso».