Salvini a Palermo per l'udienza Open Arms, Bongiorno: «Il ritardo nello sbarco non fu doloso»
«Credo che la deposizione della Lamorgese sia stata particolarmente significativa». Lo dice Giulia Bongiorno, legale di Matteo Salvini al termine della nuova udienza del processo "Open Arms". Il segretario della Lega e vicepremier è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio nell'ambito della vicenda che nell'estate del 2019, quando era ministro dell'Interno, coinvolse la nave della Ong spagnola rimasta diversi giorni al largo delle coste siciliane in attesa di un porto dove approdare con i 147 migranti a bordo. In merito alla deposizione dell'ex ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, «credo sia risultato evidente che è veramente erroneo e fuorviante pensare che il ritardo nello sbarco sia un fatto doloso visto che si è parlato di una tempistica che è collegata sistematicamente alle interlocuzioni con l'Europa», ha aggiunto l'avvocato Bongiorno. «Credo - ha sottolineato - che il meccanismo della redistribuzione sia fondamentale per comprendere che non si tratta di ritardi nello sbarco ma solo di momenti diretti a individuare quale può esser una redistribuzione. Quindi il ritardo era finalizzato ad alcune anomalie evidenziate nella Open Arms che si sommano alla questione legata alla redistribuzione». «L'udienza celebrata oggi a Palermo per il caso Open Arms ha confermato un dato oggettivo: rischio fino a 15 anni di carcere per il mancato sbarco dalla nave della ong spagnola tra il 14 e il 20 agosto 2019, nonostante Luciana Lamorgese abbia confermato di aver trattenuto gli immigrati a bordo di una nave in più di una occasione, per esempio sulla Ocean Viking dal 18 al 29 ottobre 2019 in attesa di trovare un accordo con gli altri partner europei. Oppure sulla Alan Kurdi, dal 26 ottobre al 3 novembre 2019. Eppure, soltanto io avevo fatto crollare il numero di arrivi - difendendo i confini ed evitando molte tragedie del mare - ma soltanto io sono a processo e grazie ai voti dei parlamentari di sinistra». Lo ha affermato in una nota il leader della Lega Matteo Salvini, commentando l'udienza di oggi del processo Open Arms. «Confermo di essere sconcertato - ha aggiunto - anche perché, sorprendentemente, sono emerse solo a procedimento in corso le informazioni raccolte da un sottomarino della Marina: registrò l'attività di Open Arms nell'agosto 2019, certificando alcune anomalie che facevano ipotizzare il traffico illegale di esseri umani. Si tratta di documenti che, se fossero stati subito disponibili, probabilmente non avrebbero nemmeno fatto iniziare questa vicenda». Il vice premier così ha concluso: «Sono determinato ad andare fino in fondo per accertare la verità ed è già pronta una denuncia: perché nessuna Procura ha approfondito questa informativa? Eppure è stato dimostrato che era stata trasmessa a otto (otto!) Procure. Vado avanti, con orgoglio, a testa alta e con la coscienza pulita». Video di Marco Gullà