Palermo, Miceli attacca Orlando: "Faccia un ultimo gesto d'amore per la città e dichiari il dissesto"
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"Leoluca Orlando faccia l’ultimo gesto d’amore per Palermo: dichiari il dissesto, metta un punto con il passato e dia alla città la possibilità di ripartire in pochi mesi". A dirlo è il deputato siciliano del Pd Carmelo Miceli, che aggiunge: "I problemi della città sono sotto gli occhi di tutti e basta un’ondata di maltempo per mandare in tilt tutto. Mi aspetto quindi che Orlando non faccia come il manager innamorato della sua azienda che non ha il coraggio di fermare la produzione o fare i necessari tagli portandola al crack". "Dinanzi al blocco del piano triennale delle opere pubbliche e all’impossibilità oggettiva di una solidarietà governativa per la copertura delle perdite delle partecipate, delle spese legali e dell’anticipazione di liquidità, dinanzi alla oggettiva riduzione dei servizi che i cittadini stanno subendo, dinanzi alla proiezione di una pressione fiscale ai massimi anche in caso di riequilibrio, credo che Orlando debba fare l’unica cosa che uno come lui può fare: dichiarare il dissesto e consentire alla città di rinascere", conclude. Anche Roberto D'Agostino, ex assessore comunale al Bilancio e Partecipate con Orlando sindaco ritiene che "il Comune di Palermo deve dichiarare il dissesto e da lì ripartire". "La richiesta avanzata dal deputato del Pd Carmelo Miceli è legittima - continua D'Agostino - anche se Orlando non sembra d'accordo. Evidentemente il sindaco ha informazioni maggiori delle mie su nuove e non previste entrate correnti per 80 milioni annui che consentiranno di bilanciare gli importi annuali degli oneri aggiuntivi del decennale piano di rientro da 800 milioni, senza che occorra portare alle stelle i costi delle mense scolastiche, dei servizi funebri e di tutti i servizi a domanda individuale". Secondo D'Agostino, il dissesto è inevitabile: "Siamo sicuri che la ricerca spasmodica (e ancora non ottenuta) di una dilazione dei tempi per la presentazione del bilancio previsionale (scaduta a giugno) sia nell’interesse della città, piuttosto che la dichiarazione immediata del dissesto? Siamo sicuri che convenga cincischiare portando questo impossibile piano in consiglio comunale, che prevede un tempo massimo di approvazione di 90 giorni (cioè fine dicembre 2021) e una non immediata esecutività in caso di approvazione (30 giorni, cioè gennaio 2022), quando le elezioni sono ad aprile 2022? Dichiariamo subito il dissesto, consentiamo l’utilizzo delle somme del PNRR, e ripartiamo". I numeri del dissesto: fondo perdite aziende, 79 milioni; fondo rischi spese legali, 64 milioni più gli ultimi 20 milioni di Gesip; fondo anticipazioni di liquidità, 44 milioni. La spalmatura del maggiore disavanzo da rendiconto 2019 (pari a 307,8 milioni) ha comportato una rata annua aggiuntiva di circa 20 milioni.