Nella missiva, il governatore ha manifestato la disponibilità a una integrazione del precedente decreto interministeriale sulla mobilità. In particolare, si dovrebbe passare da due a quattro voli al giorno da Roma per Palermo e per Catania (e viceversa), mentre i collegamenti navali tra Sicilia e Calabria da cinque diventerebbero otto, in ogni direzione. Musumeci ha chiesto anche che lo stato di necessità ricomprenda anche coloro che si ricongiungano alla famiglia o debbano rientrare alla propria residenza o domicilio. Chiesto anche un aumento di treni.
Restano immutate le prescrizioni, già adottate dalla Regione,
alle quali si devono attenere coloro che ritornano nell'Isola: registrazione sul portale web dedicato dell'assessorato della Salute (
siciliacoronavirus.it), obbligo di isolamento in quarantena e sottopposizione, al termine del periodo, al tampone rino-faringeo. Per quanto riguarda i passeggeri agli approdi a Messina, i controlli sanitari continueranno a essere assicurati dalla Regione, mentre per gli aeroporti di Palermo e Catania, la cui competenza è in capo all'Usmaf, Musumeci ne ha chiesto il rafforzamento.
"Siamo arrivati alla Fase 2 - sottolinea il governatore - quindi bisogna allargare un pò la maglia, ne siamo tutti consapevoli. Naturalmente, man mano che il tempo scorre, verificheremo il dato epidemiologico e quindi valuteremo se chiedere di aumentare, di volta in volta, il numero dei voli, delle corse del treno e dei traghetti sullo Stretto. Voglio chiarire - aggiunge Musumeci - che un blocco per i casi di necessità non c'è mai stato. Neanche nei momenti più critici dell'epidemia, sia gli ordinamenti nazionali che quelli regionali hanno sempre consentito l'ingresso alle Forze dell'ordine, alle Forze armate, al personale sanitario, e per gravi motivi personali, sanitari o di famiglia".
"Nessuno deve pensare, però - conclude il presidente - che la "Fase 2" sia un 'tutti liberi', stiamo attenti. Il dato di tre regioni deve farci riflettere: in questo momento, Veneto, Lombardia e Piemonte assieme hanno 60 mila positivi, la Sicilia 2.200. Ho ricevuto centinaia di richieste da parte di ragazzi soprattutto che mi chiedevano "ci faccia a rientrare, ci faccia rientrare". Sono padre e nonno e comprendo benissimo l'emozione, l'affetto e le necessità che si pongono in una famiglia. Ma credetemi è difficile trovare il punto di equilibrio per coniugare, da una parte, le esigenze affettive e, dall'altra, le esigenze della prudenza e della cautela, per evitare che si possa entrare in Sicilia senza sapere di essere portatori del virus. Come succede anche agli asintomatici. Quando c'è stato il famoso esodo di inizio marzo, su decine di migliaia di persone abbiamo trovato centinaia di positivi che non mostravano assolutamente alcun sintomo. Quindi bisogna stare prudenti per evitare di ricominciare da capo e la ricaduta sarebbe più complicata della prima fase. Quindi buon rientro a chi ha più di un motivo per rientrare nella nostra Isola, per tutto il resto guardiamo avanti".
“Leggo con piacere che Musumeci si è reso conto che i siciliani che si trovano oltre lo Stretto hanno il diritto di tornare a casa, certamente garantendo la salute di tutti. Adesso la Regione dia disposizioni chiare e si attrezzi per effettuare i tamponi necessari che ieri sono stati appena 1603”, ha commentato il capogruppo Pd all’Ars Giuseppe Lupo.
Caricamento commenti
Commenta la notizia