PALERMO. La sinistra prova a risorgere dalla marginalità dove è rimasta relegata per dieci anni in Sicilia, senza alcuna rappresentanza in Parlamento da ben due legislature. E ritrova l'unità, accantonando le tradizionali divisioni ideologiche tra radicali e riformisti, attorno al nome di Claudio Fava, che da questa sera è il candidato ufficiale alla presidenza della Regione siciliana.
E' stato scelto all'unanimità dall'assemblea, che a Palermo ha unito il fronte: Mdp, Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Possibile di Civati, Verdi e movimenti di ispirazione post comunista. All'appello manca il 'Campo progressista" di Pisapia. Fava ci riprova cinque anni dopo essere stato costretto ad abbandonare la campagna elettorale per un vizio procedurale, dovuto al mancato trasferimento della residenza in Sicilia; quel cambio all'ultimo minuto (al suo posto subentrò l'ex segretaria della Fiom Giovanna Marano) non consentì alla coalizione di superare la soglia di sbarramento.
Al suo fianco Fava ha l'editore ed ex deputato del Pci Ottavio Navarra, che sarà il suo vice presidente in caso di elezione. A investirlo è stato proprio Fava, il suo intervento all'assemblea è stato spesso interrotto dagli applausi e da momenti di ovazione in un sala gremita come non avveniva da tempo. "Non mi candido per una testimonianza, qui ci si candida per vincere e non è uno slogan elettorale. Io non mi candido contro il Pd, contro Musumeci o contro i 5stelle... io mi candido per questa terra", ha affermato esortando il popolo della sinistra "a sorridere un po' di più". La sua "è una sfida a chi ha amministrato in continuità per 15 anni questa regione portandola al disastro".
"Nella foto di gruppo del centrodestra troviamo gli stessi assessori che hanno gestito il potere con Cuffaro e con Lombardo - ha attaccato Fava - il punto non è se Musumeci sia una brava persona, ma che da quelle forze e dai quei volti arriveranno i suoi voti, ovviamente non a titolo gratuito".
E ancora: "La Sicilia è una terra non rassegnata, non è vero che ogni voto è in vendita. Esiste un'opinione libera che rappresenta la maggioranza dei siciliani e delle siciliane. Con loro vinceremo questa sfida". Al centro i diritti, il lavoro, l'integrazione, i migranti e la lotta alla mafia. "Dai 5stelle non ho mai ascoltato parole che ponessero il tema della mafia al centro: ogni silenzio è voluto, ogni reticenza è un segnale", ha accusato. "Noi dobbiamo parlare alla Sicilia che vogliamo, dobbiamo parlare di lotta alla mafia che non si può delegare solo ai Tribunali e lo faremo, anche se sarà difficile dopo l'uso che ne ha fatto Rosario Crocetta". E replicando al segretario del Pd Matteo Renzi e al leader di Ap Angelino Alfano secondo i quali il voto in Sicilia non è un test nazionale, Fava chiosato: "Si stanno preparando alla sconfitta".
Immagini di Marcella Chirchio
Caricamento commenti
Commenta la notizia