PALERMO. Portare a conclusione il mandato del governo di Rosario Crocetta e pensare nuove strade da seguire, con una maggioranza solida e ampia. E, se possibile, con una candidatura forte e di grande speranza come quella di Pietro Grasso.
E' il presidente del Senato il 'convitato di pietra' della direzione del Partito democratico in Sicilia che guarda e spera in lui come 'conducator' del Pd per altri cinque anni di governo in Sicilia. Il segretario del Pd siciliano, Fausto Raciti, non lo cita direttamente, ma è Pietro Grasso l'uomo a cui guardano i Dem, ma non solo, per una coalizione allargata per le Regionali del novembre prossimo.
Sull'ipotesi Grasso candidato convergono Giuseppe Berretta, della mozione Orlando, ma anche lo stesso Giuseppe D'Alia, leader dei Centristi per l'Europa, che oggi hanno ratificato l'uscita dal governo del loro assessore all'Infrastruttura, Giovanni Pistorio. "Sono piu' che convinto della eventualità di una nuova candidatura - afferma il segretario del Pd siciliano, Raciti - sia per consenso che per capacità di sviluppare entusiasmo, per autorevolezza e lunghezza di percorso: su questo abbiamo parlato un po' tutti".
L'obiettivo è fare asse con i moderati e allargare la coalizione guardando allo "schema Palermo", puntando a replicare quel "civismo politico" di Leoluca Orlando che ha prodotto "la sconfitta del centrodestra e del Movimento cinque stelle". E' il presidente dell'assemblea, Giuseppe Bruno, a confermare che "la direzione regionale del Pd ha sancito la chiusura di una fase politica e ha avviato un nuovo percorso per il governo della Regione".
"Questa esperienza politica può dirsi chiusa - esplicita Bruno - arriverà alla scadenza naturale, ma la priorità del partito è cominciare a costruire un campo largo per le regionali". Rosario Crocetta, dal canto suo, si dice "contento del risultato della direzione del Pd", ma mette dei paletti: "Quello di Palermo - spiega - non è un modello replicabile su scala regionale, anche se è un buon modello. I modelli cittadini non sono modelli che possono essere replicati anche su scala regionale".
Il governatore attacca i centristi che, sostiene, "hanno aperto una crisi immotivata che non ha avuto un effetto 'domino'" da loro sperato, anche perché, osserva, "non si può giocherellare a 5 mesi dal voto", ma "deve prevalere il senso di responsabilità" e "il Pd l'ha avuto".
Ma al tavolo del 'modello Palermo' sembra traballare la 'gamba' dei 'centristi': "La direzione del Pd siciliano ha deciso di non decidere - commenta segretario regionale dei centristi per l'Europa, Adriano Frinchi - non si può cantare e portare la croce. È evidente che abbiamo valutazioni diverse. Noi e Alternativa popolare siamo usciti dal governo e loro hanno deciso di sostenere in solitudine Crocetta. A questo punto la collaborazione col Pd siciliano non ci sembra più scontata".
immagini di Marco Gullà
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