PALERMO. I giudici d'Appello della Corte dei Conti hanno condannato l'ex capogruppo del Pd all'Ars Antonello Cracolici, difeso dagli avvocati Guido Corso, Francesco Stallone e Antonio Saitta, a risarcire l'Assemblea regionale di 72 mila euro per le spese indebite sostenute dal gruppo parlamentare. Sulla vicenda c'è stato anche un procedimento penale che è stato archiviato. In primo grado l'attuale assessore all'Agricoltura era stato condannato a pagare 286 mila euro. La Corte presieduta da Giovanni Coppola ha deciso invece di dare una sforbiciata consistente alla somma da restituire alle casse della Regione. Secondo i giudici d'appello, "il ruolo dell'onorevole Cracolici, - si legge nella sentenza - quale presidente del Gruppo Pd, non può ridursi a quello di un 'mero e vincolato esecutore di deliberazioni assunte collegialmente da altri e verso i quali non aveva né potere né strumenti giuridici per sottrarsi', dovendosi riconoscere la rilevanza della posizione istituzionale rivestita, sotto i profili sia politici che di natura prettamente gestionale". Secondo i giudici a Cracolici vanno addebitate le voci di danno come di seguito riassunte: 40.644,83 spese per consumazioni presso il bar-buvette dell'Ars, 22.500 per una parte delle spese legali per un ricorso sostenuto nell'elezione di Rita Borsellino, 29271,21 per le spese per acquisto di beni e servizi, 123,30 per le spese per conto di singoli deputati, 4.700 euro per la spesa per la cena del 19 ottobre 2010 presso villa Alliata a Palermo, 6720 euro per le Spese per contributi al partito Pd e a sue articolazioni territoriali. Totale 103.959,34 euro. Per la corte il presidente del Gruppo risponde del 70% visto che veniva presentato un bilancio come al Senato. Il 30% resterà a carico dell'Erario. Da qui la somma di 72 mila euro. "Sono sollevato soprattutto per un passaggio nel quale la Corte dei conti prende atto del fatto che nessuna delle spese contestate sia mai stata fatta per motivi personali del capogruppo o dei componenti del gruppo - dice Antonello Cracolici - Sul fronte economico si tratta di uno sconto dei 3 quarti rispetto alla precedente sentenza di primo grado. Sono state riconosciute una serie di spese per iniziative pubbliche". "Per me si chiude un capitolo, mi sento sollevato e libero sul piano personale. E' la fine di un incubo" ha detto Cracolici, in conferenza stampa a Palermo, commentando la sentenza: "Questa storia - ha ammesso - mi ha turbato non poco. Saranno i legali a valutare se ricorrere in Cassazione o procedere con un'eventuale revocatoria. Per me si chiude una partita". Per Cracolici il verdetto dei giudici contabili "riconosce che nessuna delle spese per le quali è stata decisa la condanna riguarda ragioni personali o familiari né mie in qualità di capogruppo del Pd nella scorsa legislatura né altri parlamentari". "Questo tipo di sentenze - ha aggiunto il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti - non implicano conseguenze né sul piano della titolarità delle funzioni di Cracolici, né sul piano statutario del Pd". "Come partito questa sentenza ci consente di riconfermarci e ripresentarci all'opinione pubblica a testa alta - ha aggiunto - siamo soddisfatti di chiudere una pagina e di poter serenamente continuare la nostra attività politica in mesi che si preannunciano importanti". immagini di Marco Gullà