STRASBURGO. E' un divorzio, e volano anche gli stracci. Mentre il Parlamento europeo fissa i suoi paletti per il negoziato della Brexit, in aula va in scena lo scontro tra Nigel Farage e Antonio Tajani. "Vi comportate come la mafia, la vostra è una richiesta di riscatto", attacca il fondatore dell'Ukip. Parole "inaccettabili" per il presidente dell'Eurocamera, che riprende per due volte il deputato. I toni sono inusuali nell'emiciclo di Strasburgo solitamente tranquillo, soprattutto per gli standard italiani. Ci si scambiano accuse tra urla, schiamazzi, applausi ironici. Tanto che Tajani deve intervenire ancora a sottolineare che l'aula "non è un mercato". Nel mirino dei britannici c'è soprattutto la richiesta che Londra rispetti gli impegni finanziari presi con l'Ue, anche dopo la sua uscita. "Siete vendicativi", accusa Farage, in aula con l'aria soddisfatta, una piccola Union Jack sul banco e calzini 'sovranisti', con bandiera. Prima che partano i negoziati, il Parlamento europeo sancisce dunque le sue linee guida: innanzitutto, salvaguardare i diritti dei cittadini europei che vivono in Gran Bretagna e quelli dei britannici che stanno nell'Ue. Poi tutelare l'accordo di pace in Irlanda del Nord, evitando il sorgere di una nuova frontiera fisica. Infine i soldi che Londra deve pagare. La risoluzione passa a larghissima maggioranza con oltre i due terzi dei voti. Un documento non vincolante ma di cui negoziatori e Stati dell'Ue dovranno tenere conto. Il Parlamento deve infatti ratificare, e potrebbe dunque anche bocciare, l'accordo che si punta a raggiungere con Londra nei prossimi due anni. Toni duri arrivano dai capigruppo dei due schieramenti principali. "La Gran Bretagna si prepari a una posizione forte dell'Ue", ammonisce il popolare tedesco Manfred Weber. "Siamo pronti a usare il nostro potere di veto se non saranno rispettati i paletti contenuti nella risoluzione", alza la voce il socialista Gianni Pittella. Intanto, si registra unità di vedute tra Parlamento e Commissione. A Strasburgo ci sono sia il presidente Jean-Claude Juncker, sia il capo negoziatore Michel Barnier. "Negozieremo senza ostilità" è il messaggio rassicurante che manda Juncker. "Puntiamo a un accordo non contro ma con la Gran Bretagna", blandisce Barnier, che tiene tuttavia il punto: Londra "dovrà pagare il conto". Video tratto da ansa.it