Lunedì 23 Dicembre 2024

Comuni, fondi bloccati. Falcone: il governo li vuole assegnare ad altro

PALERMO. Il governo Crocetta con atti amministrativi avrebbe intenzione di stornare circa 300 milioni di euro, fondi che la legge finanziaria regionale del 2016 assegna prevalentemente ai comuni ma rimasti bloccati, per finanziare altri interventi, alcuni dei quali inseriti nel 'Patto per il Sud'. A denunciarlo è il capogruppo di Forza Italia all'Ars Marco Falcone, in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni. Forza Italia annuncia la presentazione di una mozione e la richiesta di convocazione in commissione Bilancio dell'Ars del dirigente per la Programmazione, Vincenzo Falgares, «per chiarire quanto sta avvenendo». «È gravissimo - dice Falcone - che il governo intenda utilizzare in modo diverso questi fondi che con norme apposite sono stati destinati dall'Ars a comuni (125 mln), Liberi consorzi (30 mln), raccolta differenziata (15 mln), disabili (4 mln), cantieri di lavoro (100 mln), università (3 mln)». Falcone chiederà alla Presidenza dell'Ars di dedicare una seduta parlamentare al tema e annuncia che è pronto a rivolgersi anche alla Corte dei Conti. Falcone spiega che i 300 milioni erano stati attinti dal governo e messi a disposizione dell'Ars con l'ultima finanziaria dal fondo ex Pac, che aveva una dotazione di 1,882 miliardi. «Per mesi abbiamo chiesto al governo il motivo per cui questi fondi non venivano stornati come previsto dalla legge - riferisce il capogruppo di Fi - Ci veniva detto che il problema era il Cipe che non rilasciava l'autorizzazione per sbloccarli. Ma nei giorni scorsi io e il collega Riccardo Savona ci siamo recati a Roma e abbiamo chiesto spiegazioni direttamente ai dirigenti del Cipe, che sono cascati dalle nuvole. Ci hanno spiegato che il governo avrebbe dovuto trasmettere loro le norme della finanziaria con i relativi appostamenti dei 300 mln, ma non l'ha mai fatto». E aggiunge: «Abbiamo poi verificato che il governo sta provando a rimodulare quelle somme per destinarle ad altro, e questo è gravissimo: l'Ars ha approvato quelle norme e il governo non può cambiare indirizzo con atti amministrativi, mortificando le prerogative del Parlamento». Immagini di Marcella Chirchio  

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