PALERMO. "Una grande mano al referendum l'ha data il governo. Se si raggiunge il quorum vince il Sì se non si raggiunge conteremo comunque milioni di Sì. Sarà un bel sondaggio, milioni di persone andranno al voto".
L'ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza, delegato e portavoce delle Regioni che hanno promosso il referendum anti-trivelle in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni.
A chi ha chiesto cosa replica a chi sostiene che se passasse il Sì migliaia di posti di lavoro potrebbero andare in fumo, Lacorazza ha risposto: "Lo stesso ministro dell'ambiente ha detto che gli addetti delle piattaforme petrolifere sono una settantina, dato che le piattaforme lavorano da remoto. L'indotto, invece, ha 5 mila addetti. Nel settore dell'Oil e Gas, secondo Confindustria, sono impegnati 36 mila addetti che lavorano a terra e per l'estero. Non diciamo che da domani si chiude tutto, ma di abbandonare gradualmente il fossile, puntare sulla riconversione e alla scadenza delle concessioni non rinnovarle".
«Indipendentemente dal quesito ogni referendum ha una valenza politica. Con lo Sblocca Italia c'è stato un attacco concreto ai poteri delle Regioni». Lo ha detto il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni, a Palermo, per discutere insieme al presidente del consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza, delegato e portavoce delle Regioni che hanno promosso il referendum anti-trivelle.
«Sulla vicenda trivellazioni la Sicilia è doppiamente lesa - ha aggiunto - estraiamo prodotti petroliferi e versiamo alle casse dello Stato 8 miliardi di accise». Poi riferendosi al voto dell'aula sulla richiesta di adesione al referendum, Ardizzone ha detto «non siamo una delle
Regioni promotrici perchè, quando l'assemblea regionale si è espressa non si è raggiunto il quorum di 46 preferenze».
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