PALERMO. "La polemica nel Pd mi sconcerta, credo di aver detto una cosa ovvia affermando che buona parte del milione e 800 mila voti che presi alle regionali oggi siano finiti in altri partiti e dunque nel Pd, il più grande partito. Se su una cosa così ovvia il Pd pensa di poter litigare un mese di seguito tra chi sostiene che è stato Renzi ad aprire il partito o se già lo aveva fatto Bersani, io davvero non so cosa dire".
Così l'ex governatore Totò Cuffaro, a margine della presentazione del suo libro a Palermo. "Io sono e resto democristiano, mi auguro possa esserci la possibilità non di ricostruire la Dc - dice Cuffaro - come ho letto su alcuni giornali, ma di costruire un contenitore, una casa, un'area che rappresenti alcuni valori nella realtà siciliana e nazionale". "Sono stato al Circo Massimo per il Family day - aggiunge - per chiedere rispetto per la famiglia, perché molte persone che credono in quei valori non sapevano a chi fare affidamento".
Un bagno di folla ha accolto l'ex governatore emozionato e in lacrime, al teatro Don Bosco. Migliaia le persone al teatro. Cuffaro ha raggiunto a fatica il palco, concedendosi agli abbracci e ai baci di quanti lo hanno seguito in passato e continuano a stargli vicino. "Ero abituato a questa accoglienza anche in passato ma ora mi colpisce profondamente perché non sono più un uomo di potere", ha detto.
Cuffaro ha ribadito di non avere intenzione di tornare alla politica attiva. "Questa accoglienza e questo affetto mi inducono a ripensare a un impegno politico, elettorale e istituzionale? Dico assolutamente di no. Non torno alla politica istituzionale e attiva". E ancora: "Cerco di spiegare che la politica è anche mettere ogni giorno un tassello nel fare del bene comune, cerco di far conoscere la realtà del carcere che è un pezzo della società che merita di essere rispettata - ha aggiunto Cuffaro - Continuerò a fare politica per fare del bene dall'altra parte del Mediterraneo, permettendo ai bambini in difficoltà di evitare di rischiare la vita in un viaggio attraverso il Mediterraneo tanto pericoloso".
"Molta gente - ha proseguito - crede io possa ancora portare un contributo, questo mi lusinga, ma io voglio solo far conoscere la realtà del sistema carcerario, in carcere non c'è nulla di più grave del sentirsi dimenticato e lo dice uno che non è stato dimenticato. Avendo vissuto l'esperienza di essere considerato un re e di essere stato un mendicante nel carcere, questi 5 anni mi hanno regalato una straordinaria avventura. Dovendo scegliere tra il potere del re e l'affettuosità del mendicante che ho lasciato, oggi sceglierei di essere un mendicante. Oggi sono al 90mo giorno di libertà".
riprese e montaggio di Salvatore Militello
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