ROMA. Costruire un 'home invasion movie' (film su criminali che 'invadono' una casa) sul filo del thriller/horror non è certo una novità, ma l'uruguaiano adottato ad Hollywood, Fede Alvarez, rielabora gli ingredienti a colpi di adrenalina, suspense, pathos e qualche sprazzo di humour nero in Man in the dark. Al centro della trama tre giovani furfanti (interpretati da Jane Levy, Dylan Minnette e Daniel Zovatto) ai quali viene la malaugurata idea di derubare un reduce cieco (Stephen Lang) entrato in possesso di una notevole somma. La loro 'vittima', infatti, si dimostra uno spietato cacciatore con un grosso segreto da difendere. Il film, che arriverà in Italia l'8 settembre con Warner, è costato solo dieci milioni di dollari ed è stato promosso da gran parte dei critici Usa, che l'hanno visto in anteprima al South By Southwest Festival. Negli Stati Uniti esce in questo weekend (il titolo originale è Don't breathe) e secondo gli esperti potrebbe riservare sorprese al botteghino, anche insidiando il primo posto di Suicide Squad. Un bel viatico per l'opera seconda di Alvarez, classe 1978, coprodotta da Sam Raimi. Il loro sodalizio è nato con il primo lungometraggio, firmato nel 2013, dal cineasta di Montevideo, il remake dell'horror cult La casa (oltre 90 milioni di dollari a fronte di un budget di 17 milioni),che era stato diretto nella versione originale del 1981 proprio da Raimi. Alvarez si è messo in luce nel 2009, quando un suo corto, Ataque de Panico! caricato da lui su you tube, è diventato un hit. È considerato uno dei nuovi talenti del cinema di genere ma non si è montato la testa. Ha infatti rivelato di aver rinunciato alla regia di un superhero movie della Marvel (probabilmente Doctor Strange o Captain Marvel, ndr) per mantenere la sua indipendenza e lavorare più liberamente su un nuovo progetto a budget contenuto come Man in the dark. La sfida per lui stavolta era «realizzare un film originale, che non fosse un remake, senza sangue, molto teso e pieno di suspense» ha spiegato alla stampa americana. L'horror «è un genere che amo, ma questo è molto complesso. La paura è legata al 100% alle situazioni e a cose che possono realmente accadere. Per me tutto ciò terrorizza molto di più».