PALERMO. In due giorni in Sicilia è andata in fumo macchia mediterranea e boschiva più vasta rispetto a quella distrutta dagli incendi in un intero anno nel 2013 e da giugno e ottobre del 2015.
Nelle quarantotto ore di fuoco, in cui è bruciata mezza Sicilia, sono divampati contemporaneamente 800 roghi e incendiati 5.626 ettari di terra (di cui 3.747 non boschiva). A tracciare un primo drammatico bilancio è la Regione siciliana, che stima danni per 30 milioni di euro (per il solo rimboschimento) e annuncia misure eccezionali anche per la prevenzione degli incendi.
In 48 ore, complice il vento di scirocco e temperature record (con la colonnina di mercurio che giovedì segnava quasi 46 gradi) il 16 e il 17 giugno nell'Isola sono andati persi 5.626, contro i 5.282 bruciati da giugno e ottobre dello scorso anno in 707 incendi. I danni più ingenti provocati dai roghi si contano nella provincia di Palermo, dove sono andati in fumo 3 mila ettari di superficie (2.100 non boscati), nel Messinese (1.200) e in provincia di Agrigento (870).
Quattro anni fa in Sicilia, secondo i dati del comando del Corpo forestale, i roghi hanno distrutto una superficie di 55.741 ettari provocando un danno di oltre 50 milioni di euro (quello ambientale stimato è stato pari a 40,5 mln, il costo di estinzione di 12,6 milioni).
Secondo i dati forniti, nel 2012 gli incendi sono stati 1.276, ma solo 4 sarebbero divampati per presunte cause naturali; 1.111 avrebbero una presunta origine dolosa; 61 colposa.
Nell'intervista Calogero Foti, capo della Protezione civile siciliana
immagini di Marco Gullà
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