ROMA. A 15 anni dal primo capitolo cultdelle sue avventure, il super modello iconico e un po' tonto creato da Ben Stiller (regista e protagonista), torna a scatenarsi, stavolta tra passerelle, strade e monumenti di Roma in Zoolander no.2, la commedia action che scherza sul mondo della moda, e ora anche dei social network, in sala l'11 febbraio con Universal.
Con Stiller, nella capitale per l'anteprima show, anche molti dei cointerpreti (già nel primo film) come Owen Wilson, Will Ferrell e Justin Theroux.
«Il primo giorno sul set, quando mi sono specchiato e ho rivisto la faccia di Derek Zoolander, è stato come ritrovare un vecchio amico, sempre bellissimo e in gran forma» scherza il comico, che come nel primo Zoolander, ha incluso nella storia decine di cameo di protagonisti del mondo dello showbiz, da Justin Bieber a Sting e fashion icon come Valentino e Anna Wintour: «È stato molto emozionante avere sul set tanti straordinari protagonisti della moda, hanno saputo mettersi in gioco mostrando tutto il loro senso dell'umorismo» spiega.
Nella commedia del 2001 tra gli altri apparivano anche David Bowie («un uomo molto generoso e un grandissimo attore») e Donald Trump. Come lo vede ora come candidato alle presidenziali americane? «Non lo vedo» risponde fulminante Stiller.
Roma, per questa nuovo Zoolander « era l'ideale. Pensavo che la sensibilità italiana si adattasse molto bene a quella del protagonista e poi è la città più cinematografica del mondo - dice -. Serviva che Derek si ritrovasse in una trama molto complessa che come al solito lui non capisse e quale città migliore per tornare nel passato, fino all'origine dei tempi e all'archetipo del supermodello». A volte, aggiunge «è stata una sfida lavorare qui, per il traffico, i turisti, qualche problema burocratico per i permessi... poi a Cinecittà d'estate faceva veramente caldo, ma la troupe è stata incredibile, e la gente di Roma è straordinaria».
L'idea di un sequel non era scontata: «Il primo film non aveva avuto un enorme successo al botteghino, ma negli anni con Ben ci siamo resi conto di come Zoolander fosse diventata una delle nostre commedie preferite dal pubblico - spiega Owen Wilson, di nuovo nei panni del supermodello, biondo hippie e grande amatore, Hansel -. Poi un'ulteriore dimostrazione di quanto questi personaggi siano amati l'abbiamo avuta a Parigi lo scorso marzo, quando io e Ben abbiamo sfilato sulla passerella di Valentino. il pubblico ha reagito come se fosse un concerto rock, è scoppiato il pandemonio». Wilson, che incontra i giornalisti poco dopo aver partecipato in diretta via web all'apertura dei regali del figlio aveva già girato a Roma nel 2004 Le avventure acquatiche di Steve Zissou: «È stato bello tornare e vedere come niente fosse cambiato - dice sorridendo - Ho fatto lunghi giri in bicicletta. All'inizio le persone riconoscendomi erano esaltate, ma a furia di vedermi giorno dopo giorno, avranno pensando 'rieccolo questo'».
Contento di tornare nel suo personaggio, il superegomaniaco Mugatu, anche Will Ferrell: «Ben è un regista che viene sottovalutato, ma è straordinario, e ti lascia molto libero».
Sul nuovo bersaglio del film, i social media, aggiunge: «Li conosco poco, io ancora giro con un vecchio blackberry e spesso per questo mi prendono in giro. Con mia moglie abbiamo tre figli sotto i 12 anni e non c'è molto tempo per postare foto dei miei sandwich. Quello che preoccupa è come i ragazzi oggi, invece di vivere il momento, pensino a postare selfie».
Si può pensare anche a un terzo Zooolander? «Per questo ci sono voluti quindici anni... chissà forse nel 2030» conclude sorridendo Stiller.
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