ROMA. Corsa contro il tempo sull'Himalaya indiano per la realizzazione di un ghiacciaio artificiale che possa aiutare la popolazione locale a supplire la scarsità d'acqua durante la stagione secca. Entro un paio di settimane dovrebbe essere completato nel deserto del Ladakh la prima 'stupa', così è stata chiamata la 'piramide di ghiaccio' in onore all'omonimo monumento buddista, che sciogliendosi nei mesi caldi dovrebbe fornire acqua per l'irrigazione. Il progetto, che per vedere la luce lo scorso inverno ha fatto ricorso al sito di crowdfunding Indiegogo per raccogliere 125mila dollari, è guidato dall'ingegnere Sonam Wangchuck. Quello in corso di realizzazione è una sorta di mini-ghiacciaio artificiale, un blocco di ghiaccio, nel villaggio di Phyang. L'obiettivo è finirlo per metà marzo in modo da fornire nei mesi successivi agli agricoltori l'acqua di cui hanno bisogno per le loro attività. Nei prossimi anni si punta a costruire 80-90 stupa in grado di immagazzinare un miliardo di litri d'acqua per irrigare 600 ettari di deserto. Per far questo, spiega Wangchuck, serviranno altri 100mila dollari. Quello della 'stupa di ghiaccio' è un modo per immagazzinare acqua senza dover costruire dighe o serbatoi, spiega Wangchuck al Guardian. Lo scorso inverno l'ingegnere aveva realizzato un prototipo alto 6 metri, mentre la stupa in costruzione doveva essere alta 30 metri. Tuttavia, ammette l'ingegnere, a conclusione dei lavori sarà alta solo la metà. "Come prima volta - afferma - è normale che ci siano delle complicazioni, ma volevamo mostrare come si realizza una stupa di ghiaccio e rendere verde un pezzo di deserto".