Mercoledì 18 Dicembre 2024

Grosso e il rigore che regalò all'Italia i Mondiali: la sua storia in scena in Iran

TEHERAN. Fabio Grosso forse ancora non lo sa, ma ha molti ammiratori in Iran per quel calcio di rigore contro la Francia che nel 2006 ha regalato all'Italia la Coppa del mondo. E soprattutto ha un giovane autore e regista che si è ispirato a quel gol per creare un monologo teatrale su una sua biografia immaginaria: una biografia che ne fa non solo un campione sul campo, ma un personaggio per il quale il calcio è uno strumento di riscatto. Siamo a Teheran a due passi dall'università. Di questi tempi la capitale pullula di locali 'trendy' per i giovani iraniani, che compensano il divieto di bere alcol (in pubblico) con fantasiosi cocktail di frutta da sorseggiare come fossero veri 'mojito'. Il locale si chiama Nazdik Teatr, perché è vicino al Teatro della Città: buona musica, arredo minimalista ma di buon gusto, libri sugli scaffali a rimarcare che questo è ritrovo di artisti indipendenti e intellettuali. Pourya Kakavand, 27 anni, sceneggiatore televisivo e fra i vincitori del Fajr Festival del teatro dell'anno scorso, usa uno schermo tv per far rivedere le scene cruciali della partita - quella della famosa testata di Zidane a Materazzi - proiettate anche sulla parete di fianco. Al centro, accanto ad un fermo immagine di Grosso in azione, il suo alter ego iraniano, l'attore Farbod Farang, che racconta la sua vita immaginaria. La passione del calcio fin da bambino, il padre per anni in prigione, una madre che ritrova per qualche tempo la serenità con un altro uomo, la tragedia familiare. E poi ancora l'amore per una giovane francese che gli fa riassaporare la vita, la delusione dell'abbandono, e la passione per il calcio per non mollare. Fino all'ingresso in nazionale nel 2006, e quel rigore - l'ultimo e decisivo - segnato per amore e per rabbia. "L'Italia, dopo l'Iran e prima dell'Argentina, è la squadra preferita dai tifosi iraniani", spiega Kakavand, che dell'Italia ama soprattutto due cose: il calcio, appunto, e il cinema neorealista. Certo, apprezza anche autori contemporanei come Giuseppe Tornatore - in Iran tutti i suoi film sono famosi, dice, da Nuovo cinema Paradiso alla Migliore offerta - ma è quel periodo del cinema italiano che più gli piace. Ed è una passione per lui anche fare piccoli spettacoli teatrali indipendenti come questo. Per pochi intimi e guadagni vicino allo zero, certo, ma evidentemente - almeno al Nazdik Teatr - non è questo che conta.

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